Nella Confederazione Elvetica, una recente norma impone ai rifugiati accettati nel Paese di contribuire con i loro averi al loro stesso mantenimento. Secondo le nuove disposizioni, coloro che arrivano e sono accettati con questo status, devono consegnare ai funzionati governativi tutti i beni e valori che eccedano i 1000 franchi svizzeri (999€). In cambio ricevono una ricevuta. Lo rende noto la agenzia Reuter che cita un volantino informativo distribuito ai rifugiati che arrivano nel Paese.

Le procedure attivate in Svizzera, hanno - ovviamente - sollevato la reazione stizzita di chi è contro, una categoria molto nutrita, che si è sollevata al grido 'deve cambiare'.

La radiotelevisione svizzera ha però riportato la dichiarazione ufficiale del SEM, il servizio statale per le immigrazioni, dove si sostiene che tale pratica serve ad aiutare gli stessi rifugiati per il loro mantenimento.

Gli immigrati costano: ormai lo hanno capito (quasi) tutti

Lo stesso SEM ha ricordato che, poi, qualora l'immigato dovesse essere ospitato nel Paese con regolare permesso di lavoro, deve pagare il 10% del proprio stipendio per arrivare a ripagare i circa 15.000 fch di costi sostenuti dalla collettività.

La Confederazione non è la sola ad attivare pratiche del genere. Già la Danimarca aveva avviato delle operazioni di contribuzione da parte dei rifugiati ospitati nel Paese. Le autorità sono infatti autorizzate a richiedere la consegna di denari, ori, gioielli a coloro che acquistano lo status di 'rifugiato politico', per cifre che superano le 10.000 corone (circa 1.300€).

Dalla richiesta di consegna sono escluse le fedi nunziali, le cornici di ritratti famigliari e eventuali onoreficenze personali. Evidentemente dai propri Paesi, i rifugiati, hanno tempo e modo di portarsi di tutto.

L'UNHCR, l'ufficio Onu che lavora sui rifugiati, ha condannato tali pratiche indicando che in tal modo la Danimarca - ed a ruota la Svizzera - vogliono rendere meno attrattivo l'afflusso di queste migliaia in cerca di solidi sistemi sociali e di assistenza con cui vivere. Cosa che il governo danese non nega, come dice il premier Primo Ministro Lars Loekke Rasmussen del partito di destra Vengstre: 'Noi vogliamo limitare il flusso degli immigrati'.