Cosa c'entrano le unioni civili con il tumore? Apparentemente niente, ma se si considerassero in modo più attento i diritti e le esigenze dei malati oncologici si scoprirebbe che non sempre possono essere "rispettati" e sostenuti, soprattutto quando non sono regolarmente sposati.

In questo momento, le unioni civili hanno ottenuto l'appoggio pieno del premier Renzi, ma lo stallo dovuto all'aspro dibattito sul tema, fapresagire ancora un nulla di fatto. Il problema, che sta diventando di natura squisitamente politica, ha però delle ricadute pratiche ingenti, soprattutto quando si parla di diritti dei malati oncologici, e in particolare di legge 104.

Il caso limite è tornato in primo piano grazie ad una storia raccontata da "Lettera 43": due donne, di cui una assistente parlamentare, hanno scoperto che quest'ultima aveva un cancro, durante dei controlli legati alla programmazione di una gravidanza.

Poiché il tumore era considerato molto aggressivo, la donna è stata sottoposta a due interventi e sono iniziati i cicli di chemioterapia necessari alla paziente oncologica. La sua compagna, che in famiglia era stata già colpita dall'esperienza del tumore, ha deciso di stare vicino alla partner, ma ha scoperto in modo tragico e serio di non poter usufruire della legge 104. Ha dovuto, per questo motivo, ricorrere ai giorni di ferie previsti dal contratto fino al loro esaurimento.

Soltanto a questo punto ha deciso di rivolgersi al capo del personale, che in modo assolutamente comprensivo, le ha accordato dei permessi non retribuiti per l'assistenza alla compagna malata.

I critici delle unioni civili fanno appello alla legge 53/2000per spiegare che in caso si necessiti dell'assistenza, non ci sono leggi che vietano al convivente di usufruire della legge 104, con i permessi legati all'invalidità permanente o temporanea del compagno malato.

Peccato che la normativa del 2000 spieghi che si può usufruire di suddetta legge, solo in caso di convivenze accertate anagraficamente. La legge sulle unioni civili andrebbe a colmare proprio questa lacuna, riguardante convivenze e coppie di fatto alle quali non è riconosciuta la possibilità di sposarsi, ma soltanto quella di registrare la convivenza.

L'auspicio è che l'approvazione di questa normativa sia più rapida della scoperta e della degenerazione di una malattia come il cancro, difficile e dura da curare e da accettare.