Con il suo intervento, Maurizio Gasparri ha fatto esplodere il caos in aula dove si continua a discutere sul ddl Cirinnà. "Questo ddl – ha dichiarato Gasparri – lo dovrebbero chiamare decreto Lo giudice, in particolare per quanto concerne l’articolo 5, perché serve al senatore Dem. Gasparri si riferisce al senatore Sergio Lo Giudice accusato dal collega di Forza Italia di aver acquistato il proprio figlio. Inutile dire che in aula si è scatenato il putiferio con il senatore Dem che ha subito gridato a Gasparri “non ti permettere”, poi in suo soccorso sono intervenuti altri senatori che si sono scagliati contro l’esponente politico di Forza Italia.

La senatrice Mussini, rivolgendosi a Gasparri ha gridato: “lascia stare i bambini” e, di tutto punto, il senatore forzista ha ribattuto: "appunto, bisogna lasciare stare i bambini, sono d’accordo con voi. Io non compro bambini, comprare i bambini significa anche poterli vendere". Una frase che ha indignato gli esponenti politici favorevoli al Ciinnà con la prima firmataria del ddlche ha gridato: "Ora basta". A cercare di placare gli animi ci ha pensato il senatore del Pd Francesco Russo che, difendendo Lo Giudice, ha ribadito come il dibattito in aula e fuori dall’aula sia legittimo, ma non è tollerabile che si possa ledere la dignità delle persone. A cercare di far rientrare la tensione è intervenuto il presidente di turno del Senato, Roberto Calderoli il quale, per una volta, si è vestito dei panni del paciere facendo appello alle due parti di fare un passo indietro e prendere esempio dalle parole di Russo.

Un argomento che divide

Le accuse rivolte da Gasparri al senatore Dem, hanno preso spunto da un articolo scritto da Belpietro il quale, riportando la conversazione tra lui e Lo giudice avvenuta in un salotto televisivo. ha scritto che il senatore ha eluso la domanda sul costo dell’acquisto del proprio figlio."La legge per comprare i bambini - ha affermato Gasparri- non si può fare".

Insomma, il ddl Cirinnà continua a far discutere e dividere, l’argomento su cui non si riesce a trovare un accordo è quello relativo sulle stepchild adoption,un tema che divide politica, cittadini e medici. Recentemente l’Associazione Italiana dei Pediatri è uscita fuori con un comunicato sostenendo che un bimbo che cresce in una famiglia composta da persone dello stesso sesso, può subire ripercussioni psicologiche.