Niente votazione per far esprimere i militanti sulla stepchild adoption, sì alla libertà di coscienza dei portavoce a cinquestelle in Parlamento. È l’annuncio pubblicato sul blog di Beppe Grillo e che rimanda alla decisione assunta in via unilaterale (come da prassi) dal direttorio del M5S. Deputati e senatori agiranno in via autonoma contravvenendo al principio di dipendenza dalla propria base, sempre più lontana dall’identificarsi con i propri rappresentanti istituzionali. La decisione, oltre a riaprire la partita dei numeri sul via libera al ddl Cirinnà in aula, ha scosso il Movimento nel suo interno al punto da suscitare critiche e incomprensioni tra gli stessi componenti.

Resta come punto fermo il sì alle unioni civiliin via generale, così come sancito dalla votazione online del maggio 2014 alla quale hanno partecipato gli iscritti. “Si è voluto evitare di mettere i parlamentari nella condizione di votare per costrizione” su di un tema che tocca “le convinzioni e i valori più intimi” è la giustificazione fornita sul portale del comico genovese dai vertici cinquestelle. Motivazione che non è piaciuta ai militanti grillini, sempre più in ostaggio delle loro stesse convinzioni.