Tutto il settore dell’ippica soffre, da ormai diversi anni, di una profonda crisi che ne sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza. Gravissime le ripercussioni sul fronte dell’occupazione, con oltre 50mila posti di lavoro persi a seguito della chiusura di diversi ippodromi. Per non parlare della situazione degli animali,dei quali è messa a repentaglio la stessa vita.

I reiterati tagli dei finanziamenti al comparto, a partire dal governo Monti in avanti, fino all’ultima legge di Stabilità, hanno fatto precipitare gli eventi. Il tutto si scontra con le dichiarazioni di intenti in base alle quali il 2016 avrebbe dovuto essere l’anno della ripresa dell’ippica nel suo complesso, comprensiva sia dell’attività di galoppo che di trotto.

Le associazioni ippiche lamentano la scarsa attenzione da parte del ministero dell’Agricoltura che rappresenta, sul fronte istituzionale, il più diretto interlocutore. Il calo delle entrate per lo Stato a causa della sensibile diminuzione delle scommesse sui cavalli viene portato come argomento a giustificazione del disimpegno economico nei confronti del settore, preferendo destinare fondi in altre e diverse attività. Si tratta, come è del tutto evidente, del classicogatto che si morde la coda. Senza investimenti, il settore ippico è destinato a morire, mentre i suoi protagonisti ne rivendicano un ruolo da leader per la competenza degli uomini e la qualità dei cavalli.

Dopo la mancata attuazione della delega fiscale nella parte in cui si prevedeva un complessivo riordino del settore dei giochi, anche con azioni di contrasto verso le praticheclandestine, il mondo dell’ippica torna a chiedere l’attenzione dell’esecutivo e lo fa utilizzando uno strumento legislativo importante, il disegno di legge sulla competitività del settore agricolo (C.

3119), all’esame della commissione Agricoltura della Camera dei deputati.

La richiesta arriva attraverso un emendamento che tenta la carta di inserire nel provvedimento un’apposita delega al Governo per il ‘riordino ed il rilancio del settore ippico’. Nelle linee guida a cui attenersi nell’emanare, entro un anno e mezzo, il decreto attuativo, si prevede un ruolo di rilievo per la Lega ippica italiana, al cui interno dovranno essere equamente rappresentate le diverse categorie del comparto, anche nell’attività di organizzazione degli eventi nonché nel controllo della regolarità delle corse, con un conseguente ridimensionamento del ruolo del Mipaaf(emendamento 5.01).

Il settore ippico non è disposto ad arrendersi. Lo dimostrano i tentativi in tutte le direzioni possibili per far sentire la propria voce. Purtroppo i tempi biblici dell’approvazione delle leggi non fanno ben sperare.