E' scontro totale in Parlamento sulla proposta per una nuova legge sul conflitto di interessiche dovrebbe sostituire la normativa varata da Frattini nel 2004.

Nelle ultime ore, in Commissione Affari Costituzionali della Camera, il clima è diventato rovente. Il forzista Francesco Paolo Sisto ha lasciato il suo incarico di relatore in segno di protesta. Il casus belli sembrerebbe essere la bocciatura di un emendamento di Forza Italia da parte del Partito Democratico. La proposta di modifica, presentata dalla deputata di centrodestra Elena Centemero, prevedeva che, nel caso in cui l’interesse privato coincida con quello pubblico, questo non costituisca conflitto d’interessi.

Le dimissioni di Sisto

Secondo Sisto le dimissioni sono un atto dovuto e definisce inammissibile quanto avvenuto alla Camera. L’accusa è rivolta al relatore Francesco Sanna (Pd) colpevole di aver anticipato il "no" sull’emendamento senza nemmeno consultare il gruppo FI. Sisto denunciala creazione di un asse tra Pd e MS5 contro il centrodestra.

Intanto sono state esaminate quasi la metà delle norme del provvedimento, sei articoli su quattordici. Non si ferma, infatti, l’obiettivo del Pd e del governo di far presto a portare avanti l’esame. Per Celeste Costantino, deputata di Sinistra Italiana, le dimissioni del relatore di FI sono solo l’ennesimo tentativo di bloccare l’iter del disegno di legge.

Il ritardo del governo

Ma Forza Italia non ci sta ad essere accusata di ostruzionismo e respinge al mittente le accuse. "Non ci opponiamo alla creazione di una legge ma deve essere almeno una buona legge". Non c'èun unico capro espiatorio per ilritardo sul provvedimento, dicono i deputati di Fi. La responsabilità, spiegano, non è dei partiti ma èdel governo: il premier Matteo Renzi aveva promesso la legge già nei primi cento giorni del suo esecutivo.

Un obiettivo mancato. La legge sul conflitto di interessi, infatti, è diventata una materia incandescente anche per alcune resistenze interne e non trasparenti nella stessa maggioranza.

Come se non bastasse, il Partito Democratico si ritrova stretto tra due fuochi: se da una parte Forza Italia ritiene il provvedimento troppo restrittivo, dall’altra il Movimento Cinque Stelle e Sinistra Italiana lo giudicano troppo permissivo e parlano anche di ‘’regalo a Berlusconi’’.