Ci sono troppe imprese per raccogliere la spazzatura; secondo l'Antitrust, si tratta di "una grande questione economica, ambientale e anche giudiziaria". A margine di una indagine conoscitiva presentata in Parlamento, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM o Antitrust) definisce il mercato della gestione dei rifiuti “polverizzato” , fatto di tanti piccoli operatori che limitano la concorrenza nel settore.

Un mercatoopaco

Il mercato della gestione dei rifiuti urbani si regge su un gran numero di piccoli operatori, da cui emerge un quadro “storico del localismodelle amministrazioni locali” che ha determinato una struttura di mercato “polverizzata”.

E’ quanto risulta dall’indagine condotta dall’Antitrust sul mercato della gestione dei rifiuti urbani avviata nel 2014 a seguito di diverse segnalazioni che lamentavano la scarsa concorrenza tra gli operatori. E’ un mercato quello dei rifiuti urbani fatto di tanti piccoli operatori, segnato dall’affidamento in house providing dei servizi, cioè aggiudicati in via diretta e senza gara pubblica oltre che di lunga durata (anche 20 anni).

Lo scandalo delle cosiddette ecomafie

A peggiorare la situazione ci si mettono poi le organizzazioni criminali che speculano, a livello territoriale, sulla gestione dei rifiuti. Lo conferma Pitruzzella, presidente dell’Antitrust, che parla del mercato della gestione dei rifiuti come “una grande questione economica, ambientale e anche giudiziaria” per via delle ecomafie.

E poi ci sono i ritardi sulla direttiva europea sul riciclo – 50 per cento entro il 2020 - , che vede l’Italia ancora in coda (39 per cento secondo i dati Istat del 2013) , rispetto a Germania (65 per cento) , Austria (58 per cento) , Belgio (55 per cento) .

Basterebbe il "porta a porta"

La conclusione è che la poca concorrenza nel mercato non aiuta ad ottenere buoni risultati.

Eppure, segnala l’Antitrust, basterebbe già il “porta a porta” per ottenere qualche risultato in più nella raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Anche se costosa, rimane comunque una misura “economica” perché produce valore, ed è ecologica perché promuove l’uso di prodotti riciclati.

I suggerimenti dell'Antitrust

L’autorità indipendente guidata da Pitruzzella, a margine dell’indagine conoscitiva, propone alcuni suggerimenti per migliorare il mercato dei rifiuti urbani.

Si parte dalla modalità di affidamento del servizio di raccolta, per il quale si deve privilegiare la gara pubblica con un massimo di 5 anni; disincentivare l’uso delle discariche; proporre un modello di regolazione centralizzato affidando le competenze all’Autorità per l’energia, il gas e il sistema idrico. Infine, dice Pitruzzella, è opportuna una riforma del consorzio Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi), al quale “viene riconosciuto il merito di aver svolto finora un ruolo fondamentale nell’avvio a riciclo della differenziata, ma che dovrebbe adesso evolversi in un modello concorrenziale per garantire che i produttori di imballaggi rispettino il principio "chi inquina paga”.