La Francia sta affrontando una situazione critica su territorio nazionale e, al contempo, sta agendo in maniera controversa in Libia, suscitando le critiche e gli attacchi di molti esponenti della diplomazia internazionale. A Calais la situazione è ormai invivibile. 4000 migranti attendono una decisione sullo smantellamento del campo di accoglienza, o una proroga a tempo determinato. Il giornale Le Monde denuncia, in Libia, un'operazione segreta di Parigi, in opposizione alla nascita del governo mediato dall'Onu.

Calais, ultima frontiera verso l'Inghilterra

A Calais, città del nord della Francia, la situazione è diventata invivibile. Quello che doveva nascere come centro di accoglienza per quei migranti in transito dalla Francia verso l'Inghilterra, è diventato una vera e propria baraccopoli. Scarsissime le condizioni igieniche primarie, aggravate dalla massiccia presenza di 4000 profughi.

Calais è l'ultima frontiera, per moltissimi, prima della meta più ambita, più bramata: l'Inghilterra. Il governo francese ha deciso di smantellare la parte del campo prossima all'autostrada. Questa vicinanza faciliterebbe, secondo le autorità, il traffico clandestino dei migranti sui tir, destinati nel Regno Unito. Una decisione in merito era attesa lunedì, dal tribunale di Lilla.

Molti si erano ormai rassegnati allo smantellamento del campo di accoglienza, ma, a sorpresa, il tutto è stato rimandato a data da destinarsi. Nella giornata di oggi, 25 febbraio, potrebbe arrivare il via libera. Il vice sindaco di Calais, Mignonet, si è detto " speranzoso ed impaziente che venga dato il via libera, la città è al tracollo".

I commercianti denunciano la totale assenza di turismo, data la situazione. Anche quel turismo " di frontiera", per cui molti dall'Inghilterra venivano a far spese a Calais, è totalmente scomparso. Si sta creando una guerra tra poveri.

Guerra in Libia, la rivelazione di Le Monde

Il giornale francese Le Monde ha sganciato una bomba ad orologeria pronta ad esplodere.

La Francia, secondo il "quotidien d'information", sta affrontando una guerra segreta su territorio libico. Ciò non creerebbe scalpore, se le iniziative francesi fossero volte alla risoluzione della ormai critica situazione a Tobruk, favorendo quindi la nascita del governo di unità, voluto dall'Onu. Le Monde, invece, riporta il presunto sostegno dei comparti militari francesi alle offensive nelle città di Bengasi e Ajdabiya, per mano di truppe vicine a Khalifa Haftar. L'ex generale e comandante dell'esercito libico di Gheddafi è uno tra i principali oppositori del governo di unità, cui stanno alacremente lavorando le Nazioni Unite. Le operazioni di Haftar sarebbero foraggiate da armi provenienti dall'Egitto.

L'offensiva a Bengasi dell'ex generale ha incoraggiato gli oppositori del governo, e ha reso la situazione talmente critica da spingere alcuni parlamentari libici a chiedere che venga spostata la sede del Parlamento da Tobruk, per votare la fiducia al governo Sarraj. Sono enormi, quindi, le difficoltà che il nuovo esecutivo sta trovando per formarsi.

L'Italia appoggia il piano Onu

L'Italia resta fermamente convinta che la migliore azione possibile sia quella portata avanti dall'Onu. Il governo Sarraj deve formarsi almeno per poter garantire un interlocutore ufficiale della Libia. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni è intervenuto ieri in aula, sostenendo "la necessità di un interlocutore di governo libico che permetta a Italia ed Ue di gestire l'abnorme flusso migratorio, di combattere il traffico ed i trafficanti di migranti -che trovano nella esautorata ed anarchica Libia un corridoio formidabile per il loro transito- e contrastare il terrorismo. Dobbiamo continuare ad insistere".