Moschea libera. La Corte Costituzionale ha bocciato la legge regionale di Maroni che vietava la costruzione di nuovi edifici di culto non cattolici.

La Suprema Corte, a seguito dell'impugnazione da parte del governo Renzi, ha dichiarato l'incostituzionalità di una legge della regione Lombardia (n. 2/2015), meglio nota come ''legge anti moschee''. Esultanza tra le file della sinistra lombarda per la bocciatura della giunta Maroni.

La legge di Maroni

In realtà la legge impugnatava a modificare la precedente normativa in materia di ''principi per la pianificazione delle attrezzature per i servizi religiosi'' introducendo nuove e più severe regole per costruireedificidi culto in Lombardia.

In particolare si prevede la necessità di acquisire ''i pareri di organizzazioni, comitati di cittadini, esponenti e rappresentanti delle forze dell'ordine''per valutare i profili attinenti alla sicurezza pubblica e si dà la facoltà ai comuni di sottoporre a referendum la costituzione di un nuovo edificiodi culto. Inoltre si obbligano i richiedenti a realizzare un impianto di videosorveglianza esterno all'edificio, collegato con gli uffici della polizia locale o delle forze dell'ordine.

La bocciatura della Consulta

Le norme bocciate dalla Consulta, in quanto in contrasto con il principio della libertà di culto contenuto nell'art. 8 della nostra Costituzione, riguardano in realtà tutte le confessioni religiose acattoliche e non soltanto l'Islam.

Nel motivare la sua impugnazione il Governoha messo in evidenza che ''frapporre ostacoli alla libertà di culto, interponendo difficoltà o complicazioni amministrative, finanziarie, logistiche, alla costruzione di nuovi templi''va, in primo luogo, contro il principio di eguaglianza dei cittadini oltre che contro la libertà religiosa.

Le reazioni della politica

Era stata la Lega la maggiore promotrice della legge bocciata e, probabilmente per questo motivo, data la sua posizione oltranzista nei confronti dell'Islam, è stata etichettata come ''legge anti moschee''.

Soddisfazione per la decisione della Corte Costituzionale è stata manifestata anche dal sindaco di Milano Pisapia, che aveva etichettato la normativa come fortemente discriminatoria.

La Lega non si dà per vinta e, per bocca del suo capogruppo in Regione, Massimiliano Romeo, annuncia la presentazione di un nuovo progetto di legge che terrà conto dei rilievi della Consulta, ma finalizzato ad ottenere il medesimo risultato che è quello di stabilire ''regole certe e chiare per la realizzazione dei luoghi di culto, moschee comprese''.