Si avvicina il Super-Tuesday, la resa dei conti. Trump, martedì 1 marzo, potrebbe chiudere definitivamente la corsaper la candidatura repubblicana alla Casa Bianca. I suoi due maggiori antagonisti, Ted Cruz e Marco Rubio, scoprono tutte le loro carte nel corso dell'ultimo confronto tv sulla CNN.

L'intento del partito repubblicano

Oramai è evidente che il Grand Old Party, il partito repubblicano, osteggi la papabile candidatura del magnate Donald Trump come front-leader per le presidenziali dell'8 novembre. Il Tycoon è un personaggio scomodo, non di partito, esagerato nei modi e nelle dichiarazioni.

Ieri, 25 febbraio, durante il dibattito tv svoltosi sulla CNN, è andata in scena la resa dei conti. Cruz e Rubio si sono palesemente coalizzati, con l'intento non di vincere la sfida, ma di far perdere consensi a Trump. Sanno che una eventuale vittoria di Trump nel super-martedì renderebbe praticamente certa la sua candidatura alla White House.

Scontro durissimo: accuse da Rubio e Cruz. Trump non si scompone

Il dibattito era andato avanti in maniera lineare, ben mediato tra i 5 candidati repubblicani dal conduttore, Wolf Blitzer. Ad un certo punto la situazione, sul palco dell'università di Houston, è andata fuori controllo. Il conduttore ha perso le redini ed il dibattito è stato auto-gestito dai tre principali concorrenti.

Trump, Rubio e Cruz se le sono date di santa ragione. Il magnate newyorkese ha dovuto rispondere ai numerosi attacchi, palesemente preparati, dei due avversari.

Ha iniziato Cruz, dicendo che "Donald Trump è malleabile, Ted Cruz non è malleabile", accusandolo di aver elargito somme di denaro ai senatori che hanno partecipato alla redazione della proposta di riforma migratoria del 2013.

"Trump- ha proseguito Cruz- ha intrattenuto rapporti con la candidata democratica, Hillary Clinton, dicendo che è stata il miglior segretario di stato in tempi moderni; come fa ora a sfidarla?". Rubio, invece, ha sferrato attacchi più diretti, soprattutto su immigrazione, sostenendo che "Trump ha assunto tanti immigrati irregolari per costruire i suoi casino, per pagarli meno.

Il muro al confine col Messico lo costruirà con i clandestini". "The Donald" non ci sta e ribatte: " Tu di business non capisci assolutamente nulla". Rubio conferma di non "sapere nulla di società in bancarotta", facendo riferimento alle diverse società del Tycoon fallite.

Il dibattito sul medio-oriente

La tensione è esplosa sulla questione medio-orientale. I due senatori di origine cubana hanno contestato a Trump la sua posizione anti-israele. "Io sarò ogni giorno al fianco di Israele- ha detto il senatore della Florida- perchè è un alleato ed è l'unica democrazia in Medio Oriente. Tu sei contro Israele". Trump ha ribattuto secco :" Sei un bugiardo, io sono a favore di Israele, ma sono un negoziatore.

Così porterò la pace tra Israele ed i paesi vicini. Con me Saddam Houssein e Gheddafi sarebbero rimasti al loro posto".

Il dibattito, una volta ristabilito l'ordine da Wolf Blitzer, è proseguito con Cruz che ha accusato Trump di non pubblicare la sua dichiarazione dei redditi perchè "evidentemente qualcosa c'è". Trump aveva già spiegato che non poteva pubblicarle, in quanto sotto controllo di una "revisione di routine" del fisco. "A maggior ragione- afferma Cruz- è necessario che vengano pubblicate".

Rubio ha chiosato con un appello finale. " Vi prego, seguitemi. Il tempo è scaduto. Dobbiamo porre fine alla stupidità ed all'arroganza". Trump ha invece concluso con un laconico "Sono disperati".