Dopo il caso Quarto e le incessanti polemiche sulla mancanza di democrazia interna, il M5S prova a ricompattarsi in vista delle prossime amministrative. Milano, Torino, Roma, Napoli su tutte fungeranno da vero e proprio termometro politico. I big del Movimento come Di Battista e Di Maio sono impegnati in prima linea per calamitare i consensi dell’elettorato sul territorio. Un’impresa non facile considerato lo stato di malessere delle istituzioni che ha finito per travolgere tutte le componenti in gioco, nessuno escluso. A Caserta, Latina, Ravenna, Rimini e Salerno, i grillini hanno ufficializzato il disimpegno dalla corsa ai Comuni.

Tra le motivazioni che hanno fatto scaturire la scelta assunta senza appello dal direttorio, il mancato accordo sui candidati. In particolare a Salerno, città feudo del governatore campano De Luca, è andata in scena una lotta fratricida che ha finito col danneggiare tutti. Malgrado le rassicurazioni di facciata, anche la situazione di Milano desta forti perplessità: il passo indietro della candidata Patrizia Bedori ha contribuito a incentivare il clima di sospetti sulla regia occulta di Casaleggio. Il Movimento può sorridere invece con Virginia Raggi, data in forte vantaggio sulla concorrenza a Roma.