Dopo la grande mobilitazione del 23 gennaio,i gruppi LGBTI e i loro sostenitori provenienti da tutto il territorio nazionale, si sono riuniti a Roma con lo scopo di guardare al futuro e di accompagnare il percorso del ddl Cirinnà, già ampiamente stravolto da maxiemendamenti e minacce della destra. Molte persone hanno riscoperto l'importanza dell'attivismo e dell'impegno sociale e hanno deciso di manifestare per chiedere diritti e non per elemosinare concessioni:il matrimonio egalitario e pieni diritti per le coppie omosessuali e per i loro figli.

"Chi ama i diritti li vuole per tutti". Uno dei tanti slogan della manifestazione che ha visto più di 40 mila persone riunite a Piazza del Popolo, piazza storica, simbolo dei grandi movimenti di massa e delle grandi manifestazioni del passato. Alla manifestazione "Ora diritti alla meta" erano presenti più di 30 associazioni (tra le quali Arcigay, Arcilesbica, Famiglie Arcobaleno, Amnesty International), personaggi noti come Emma Marrone e Paola Turci, ma soprattutto tantissimi bambini accompagnati dalle loro famiglie (arcobaleno e non).

L'atmosfera che si respirava era un miscuglio di gioia per un successo straordinario e di frustrazione per non essere riusciti a portare a casa la piena vittoria, quella della stepchild adoption, ovvero un'importante tutela per i bambini.

Dal palco la giornalista e blogger Giulia Innocenzi ha dichiarato che quello sulle Unioni Civili è stato "uno schiaffo in faccia, un compromesso al ribasso". Si parla di amore offeso, di bambini stralciati e dell'impossibilità di gioire di un momento aspettato per trent'anni. Nonostante questo, la piazza coloratissima, ritrova il coraggio di sorridere, e di cantare insieme ai bambini che indossano delle magliette con la scritta "l'unica famiglia è quella felice".

"La battaglia per i diritti continua", parole del coordinatore nazionale Sel, Nicola Fratoiani. In particolare la piazza chiede che il ddl Cirinnà venga approvato il prima possibile dai deputati, leggi contro ogni forma di omo/trans/lesbico-fobia, e una riforma sulle adozioni.

Dure accuse ricadono sui politici accusati di essere omofobi, di non aver guardato in faccia i bambini!

In particolare i gruppi LGBTI promettono di non perdonare ad Alfano, Adinolfi, Giovanardi, Gasparri e altri, le loro parole e i loro insulti nei confronti delle coppie omosessuali. I presidenti delle associazioni LGBTI definiscono la politica italiana incapace di stare al passo con la realtà, ma allo stesso tempo si dichiarano pronti a lottare per i pieni diritti fino alla fine, diritti alla meta.