Termineranno nella giornata di oggi 28 aprile le discussioni in corso presso la Commissione giustizia del Senato in merito al tema delle carceri, al fine di esaminare in via congiunta i disegni di legge riguardanti un nuovo possibile intervento di amnistia e di indulto. Nel frattempo prosegue anche il dibattito sulla riforma delle carceri e della giustizia, nonché dei problemi relativi al sovraffollamento. Un fenomeno che sebbene in riduzione, continua purtroppo ad essere presente nei penitenziari italiani, visto che a fronte dei circa 49550 posti a disposizione i detenuti restano ancora presenti in numero superiore alle 53490 unità.

Questo sulla base delle stesse informazioni pubblicate dall'ufficio statistico del Dap, che aggiorna periodicamente i dati riguardanti il sistema carcerario italiano. Nel frattempo il dibattito si sposta sul tema della prescrizione, che vede ancora lontane le posizioni presenti tra gli stessi membri della maggioranza, con una chiara discordanza tra PD e NCD.

Riforma giustizia e prescrizione: casi in drastica diminuzione

Stante la situazione, non è mancato nella giornata di ieri un commento del Ministro della Giustizia Andrea Orlando proprio in merito al tema della prescrizione. L'esponente del Governo ha risposto alle domande postegli durante un'intervista a "Radio Anch'io", spiegando che "vi è stato già un consistente aumento dei tempi di prescrizione".

In base a ciò, secondo il Guardasigilli "il problema è fortemente ridimensionato". Mentre un particolare apprezzamento è stato dato alla piena convenzione siglata tra l'Agenzia dell'Onu per la lotta alla Corruzione e l'Italia, con la finalità di elevare il livello di contrasto in merito a questa tipologia di reati. Tornando in tema di carceri, è da ricordare anche il nuovo impegno assunto dal Ministro in chiusura degli Stati Generali dell'esecuzione penale, verso l'adozione di una nuova cultura della pena "più vicina ai dettami della Costituzione e agli standard europei, per puntare al reale reinserimento dei detenuti nella società e alla costruzione di una migliore fisionomia del carcere, più dignitosa sia per chi vi lavora sia per chi vi è costretto".

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