La Consulta, cioè la Corte Costituzionale è l’organo dello Stato che giudica la legittimità delle leggi sulla base della Costituzione della nostra Repubblica; Paolo Grossi ne è l’autorevole Presidente. Questa importante autorità durante la conferenza stampa seguente la relazione che ogni anni deve presentare, ha preso una chiara posizione sulla partecipazione degli italiani al prossimo referendum del 17 aprile contro lo sfruttamento incondizionato dei pozzi petroliferi nei nostri mari all’interno delle acque territoriali.

Posizione contrastante con quella di Renzi

Questa posizione contrasta notevolmente con un’altra opinione, quella del Presidente del Consiglio Matteo Renzi , che in varie occasioni si è espresso sull’inutilità di questo referendum. La sua non è però la posizione di tutto il suo partito, infatti la consultazione è stata richiesta, come previsto dalla legge, da nove consigli regionali italiani: Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto, alcuni dei quali a guida democratica. Ad esempio ha fatto scalpore il fatto che anche il Presidente PD della Regione Puglia Michele Emiliano, non lontano politicamente da Renzi, abbia preso invece posizione a favore dello smantellamento delle trivelle vicino alle nostre coste.

Partecipare al voto significa essere pienamente cittadini

Il parere dell’eminente giurista, quinta carica dello Stato è che al Referendum ‘sulle trivelle’ “si deve votare: ogni cittadino è libero di farlo nel modo in cui ritiene giusto. Ma credo si debba partecipare al voto: significa essere pienamente cittadini. Fa parte della carta d'identità del buon cittadino".

Un incitamento illuminante ad un coinvolgimento civile alla vita democratica, per fare gli interessi di tutta la nazione e quindi in ultima analisi di tutti noi, secondo la propria personale opinione.

Grillo chiede a Mattarella di schierarsi

Beppe Grillo che, dopo la scomparsa di Gianroberto Casaleggio, è il più importante esponente del principale movimento d’opposizione in Parlamento, ha invece una chiara posizione favorevole al Sì nella consultazione del 17.

Anzi chiede di schierarsi nel merito allo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, perché “sull'energia è una questione di civiltà”, dichiarandosi comunque sicuro che lo farà.

Anche la CGIL invita i lavoratori, in una nota ad andare alle urne, per l’importanza di decidere democraticamente, “in assenza di un vero piano energetico nazionale, le grandi questioni che attengono alla tutela dell’ambiente, all’utilizzo di fonti pulite e rinnovabili di energia, alla salvaguardia dell'occupazione, alla minore o maggiore dipendenza dell'Italia, al governo della transizione dal carbone e dalle fonti fossili”.