Domenica 17 aprile gli italiani saranno chiamati alle urne per il Referendum sulle trivelle, così denominato in quanto si dovrà decidere in merito alle autorizzazione per le ricerche petrolifere in mare. Un quesito di carattere strettamente ambientalistico ma che ha assunto connotati politici dopo l’appello del Primo Ministro, Matteo Renzi, a disertare le urne per far mancare il quorum e, soprattutto, dopo il caso Tempa Rossa che ha portato alle dimissioni del ministro Guidi e allo scoperchiamento di inquietanti intrecci tra politica e petrolio consumati sui banchi del governo.

Il Referendum è stato promosso da nove amministrazioni regionali (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise) e da numerose associazioni e comitati ambientalisti.

Come si vota e orari di apertura dei seggi per il Referendum del 17 aprile

Il quesito sul quale saranno chiamati ad esprimersi oltre 4 milioni e 800 mila elettori chiede se si vuole ‘abrogare l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, Norme in materia ambientale’. Si chiede, in pratica se si vuole che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane (12 miglia marine) anche se c’è ancora gas o petrolio.

I seggi per il Referendum contro le trivelle saranno aperti nella sola giornata di domenica 17 aprile dalle 7 alle 23. Per votare, l’elettore dovrà recarsi al seggio munito di tessera elettorale e di documento di riconoscimento in corso di validità. Chi avesse smarrito la tessera elettorale può richiederne un duplicato all’ufficio elettorale del proprio Comune di residenza.

Per la prima volta, possono partecipare al Referendum anche i cittadini italiani residenti all’estero attraverso il voto per corrispondenza organizzato dai consolati. Per chi decide di ritornare nel proprio comune per esprimere il voto, sono previste agevolazioni tariffarie sui biglietti ferroviari di Trenitalia e Ntv Italo.

Cosa succede se vince il si al Referendum contro le trivelle

Perché il risultato del Referendum sia valido è necessario che si rechino alle urne il 50 per cento degli elettori più uno.

Nel caso in cui, con il raggiungimento del quorum, dovesse vincere il SI, le compagnie petrolifere titolari di concessioni per lo sfruttamento di giacimenti all’interno delle 12 miglia marine dalle coste italiane (attualmente sono attive 41 piattaforme) dovranno cessare le attività estrattive alla scadenza delle concessioni, previste tra il 2017 e il 2027, e non all’esaurimento del giacimento come stabilito dalla norma che il Referendum intende abrogare e come continuerà ad essere in caso di vittoria del NO.