La fumata bianca in tal senso era nell'aria. Il decreto che avrebbe dovuto estendere anche al lunedì le operazioni di voto sia per le amministrative del 5 giugnoche per il referendum costituzionale di ottobre era bello e confezionato ma il Consiglio dei ministri lo ha bocciato. Un cambio di rotta deciso nel corso di un summit tra il capo del Governo, Matteo Renzi, ed il ministro dell'interno, Angelino Alfano. "Opportuno lasciare le cose così come stanno - ha detto in proposito il ministro Alfano - in modo da mettere a tacere le tante polemiche strumentali, sia riguardo ai costi che non sarebbero comunque lievitati di tanto se si fosse votato in due giorni, sia riguardo a presunte strategie occulte dell'esecutivo".

Le reazioni dell'opposizione

In realtà il cambio di rotta dell'esecutivo ha alimentato altre polemiche e dato modo alle opposizioni di calare la mannaia. "Contrordine al contrordine - ha commentato in un tweet Renato Brunetta - consiglio trattamento sanitario obbligatorio per tutti, da Renzi ad Alfano". Spavaldo come sempre Matteo Salvini. "Allora vinceremo in un solo giorno- ha detto il segretario della Lega Nord - anche se mi dispiace, perché votare in due giorni avrebbe dato modo a più cittadini di partecipare. Il Governo Renzi riesce a cambiare idea ogni mezz'ora". Per Gianluca Corrado, candidato a Milano del Movimento 5 Stelle, la decisione dell'esecutivo "è la dimostrazione che in Italia le forze politiche, a parte il Movimento 5 Stelle, non sono interessate ad aumentare la partecipazione al voto ma hanno come unico obiettivo l'astensionismo". Critiche anche al di fuori del mondo della politica, dal Codacons che aveva presentato ricorso per far votare gli italiani anche il lunedì: "la retromarcia del Governo è pessima".