Fa discutere il decreto salva banche approvato nei giorni scorsi da Matteo Renzi e la sua maggioranza. Dopo mesi di attesa da parte dei risparmiatori infatti è arrivato il provvedimento che riguarderà una plateadei ben 130.000 obbligazionisti subordinati delle 4 banche salvate dal Governo.

In cosa consiste il decreto

Il Decreto Salva Banche approvato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri, come spiega il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan, divide in due parti le procedure per ottenere il rimborso. Da una parte vi sarà un rimborso forfettario dell'80% dell'importo che sarà erogato in automatico a quegli investitori che dichiareranno un reddito annuo lordo non superiore a 35.000 euro o un reddito mobiliare non superiorea 100.000 euro.

I due requisiti sono indipendenti tra loro e quindi basterà solo il verificarsi di uno di essi per ottenere il rimborso. Chi non rispetta i criteri stabiliti in precedenza potrà optareinvece per il ricorso all'arbitrato presieduto dall'ANIAC, ovvero l'autorità anti-corruzione il cui presidente è Cantone.

Le critiche da parte delle associazioni di categoria

Tra gli oppositori alsalva banche di Renzi ci sono in prima fila Elio Lannutti e Rosario Trefiletti. Ovvero i Presidenti di ADUSBEF e Federconsumatori, da sempre in prima fila a difendere i diritti dei cittadini. Le critiche mosse riguardano sia il quantum del rimborso, ovvero la soglia dell'80%, chela disciplina con cui vengono selezionati i soggetti passivi che va a coprire solo il 50% della platea totale.

Su tale linea si muovono anche irisparmiatori truffati cheaffermano " se il provvedimento si basa sul riconoscimento di una truffa o di una non adeguata informazione, allora il rimborso vanno effettuati in Toto". Questi ultimi hanno anche rilanciato una proposta al Governo; ovvero quella di creare delle fasce a scaglioni progressive per i rimborsi onde evitare ricorsi lunghi e costosi verso l'arbitrato.

Infine, oltre alle proteste, le associazioni di categoria fanno sapere che impugneranno il decreto salva banche al Tar per chiederne l'annullamento. Quindi la partita è ancora tutta in gioco e la vicenda non può dirsi chiusa.