Mentre tra le file repubblicane Donald Trump continua a correre da solo e vince, naturalmente, le primarie in West Virginia e Nebraska, sul fronte democratico Bernie Sanders piazza l'ennesimo sgambetto ad Hillary Clinton. L'ex segretario di Stato continua ad essere saldamente in testa, le mancano soltanto 160 delegati per ottenere la nomination, ma l'ottima corsa elettorale del compagno di partito è un elemento di considerevole importanza. Oltretutto apre nuovi scenari, perchè se è vero che Hillary Clinton sarà la candidata alla presidenza, è altrettanto vero che al senatore del Vermont potrebbe toccare comunque una carica prestigiosa, quella di vice presidente degli Stati Uniti.

Sanders: 'Lotterò fino all'ultimo voto'

Quella di Bernie Sanders, il più socialista tra i candidati alla Casa Bianca, è un'impresa titanica. Cifre alla mano, può solo rendere la vita difficile ad Hillary Clinton ma non può contrastarla. Merita comunque un plauso per come ha condotto finora la sua campagna elettorale e per l'aria nuova che è riuscito a far respirare attorno alla sua figura. Quello che esprime la preferenza nei suoi confronti è un elettorato giovane sui cui fanno presa i suoi slogan relativi all'assistenza sanitaria per tutti, a college ed università gratuiti ed alla giusta parte di tasse che deve essere pagata dai ceti più abbienti. Se Hillary Clinton sarà la candidata presidente, farà appello all'unità del partito.

Sanders risponderà "presente" ma sarà anche in grado di porre sul tavolo le sue condizioni. Ad ogni modo il 74enne senatore non si è ancora arreso. "Lotterò fino all'ultimo voto", ha detto, dopo aver ringraziato gli elettori della West Virginia. Sul suo futuro dopo le primarie, in tanti lo immaginano come possibile vice di Hillary Clinton.

Ipotesi che lo stesso Sanders non esclude del tutto. "Farò campagna elettorale fino alla fine - ha detto di recente - ed alla convention democratica mi batterò affinché ci sia una piattaforma progressista unitaria che gli americani possono sostenere alle elezioni presidenziali. Ci sono molte differenze tra me ed Hillary Clinton ma entrambi sappiamo che la cosa più importante è battere Donald Trump".

Sulla sua eventuale vicepresidenza: "Troppo presto parlarne oggi, certamente ci confronteremo con Hillary Clinton e vedremo cosa fare".

La campagna surreale di Donald Trump

Dopo aver vinto le "primarie solitarie" in Nebraska e West Virginia, Donald Trump si prepara al vero esame, deve convincere i vertici del Partito Repubblicano che gli sono attualmente ostili a supportare in maniera congiunta la sua ormai certa candidatura. Tra i "big" del GOP, soltanto John McCain si è detto disponibile a sostenerlo. In questi giorni "The Donald" incontrerà lo speaker della Camera, Paul Ryan, altro pezzo da novanta del partito che recentemente ha annunciato il suo disimpegno nei confronti dell'ormai certo candidato presidente.

Intanto la prossima mossa del magnate newyorkese sarà quella di scegliere il suo vice, nelle ultime ore si è fatto il nome di Chris Christie, governatore del New Jersey.

Prossimi appuntamenti elettorali

Le primarie sono ormai alle battute conclusive, il 17 maggio si vota in Kentucky ed Oregon per quanto riguarda l'elettorato democratico mentre i repubblicani andranno al voto soltanto in Oregon. I caucus repubblicani in Kentucky, infatti, si sono tenuti lo scorso 5 marzo con la vittoria di Trump. Il 24 maggio ci saranno le primarie dello Stato di Washington per i Repubblicani mentre il 7 giugno c'è l'ultimo "Super Tuesday" con ben sei Stati al voto tra cui California e New Jersey. Il 14 giugno appuntamento conclusivo, con le primarie dei Democratici a Washington DC.