Le polemiche per la corsa a sindaco di Roma continuano a tenere banco nella scena politica, in particolare è la candidata del Movimento 5 Stelle Virginia Raggi che è sempre al centro di prese di posizione da parte dei suoi avversari (probabilmente perchè al momento è la favorita) e questa volta è stata Giorgia Meloni ad attaccarla, con anche Antonio Razzi che ha voluto dire la sua sulla grillina.

Meloni: "Raggi vuole legalizzare la droga, gli spacciatori sanno chi votare"

La polemica nasce dalla proposta della candidata pentastellata di legalizzare la cannabis, anche a seguito del disegno di legge presentato dal movimento per regolamentarla, ciò al fine di togliere questo commercio dalle mani del racket e della criminalità, ma i suoi avversari alle prossime amministrative capitoline hanno colto l'occasione per attaccare l'attuale favorita alla vittoria.

Più nello specifico ad usare parole dure è stata la candidata di Fratelli d'Italia e Lega Giorgia Meloni, che ha scritto ironicamente su Twitter: "la Raggi ha avuto un'idea geniale per portare la legalità nei quartieri della città, ossia legalizzare le droghe. Evidentemente adesso gli spacciatori sapranno chi votare." Dunque la Meloni cerca di screditare la candidata pentastellata su questo piano, anche se la frammentazione del centrodestra, con Forza Italia che ha deciso di scaricare Bertolaso in favore di Alfio Marchini, può essere determinante nel consegnare la vittoria a Virginia Raggi.

Razzi: "la Raggi è bella, ma io potevo batterla"

La Meloni non è stata l'unica a dire la sua sulla candidata del Movimento 5 Stelle, infatti anche il forzista Antonio Razzi ha espresso la sua opinione sulla corsa a sindaco di Roma, che fino a poco tempo fa diceva di voler intraprendere.

Queste le parole ironiche di Razzi su Virginia Raggi: "è una bella donna, non c'è dubbio, ma non so se ha l'esperienza necessaria per governare Roma. Comunque se mi fossi candidato avrei potuto vincere in un ballottaggio con lei, perché fra Raggi e Razzi la gente poteva confondersi e far vincere me".