Dopo i risultati sulla Brexit, con i quali si è stabilito il distacco della Gran Bretagna dall’Unione Europea, i media hanno molto parlato della notizia di una petizione ufficiale per la richiesta di un ulteriore referendum.

Più precisamente, attraverso la petizione, che in poche ore ha raggiunto oltre 2 milioni di firme, è stata richiesta la promulgazione di una norma che introduca un quorum per il referendum sulla Brexit e che preveda una nuova consultazione nel caso in cui il quorum non sia raggiunto. Nello specifico, le condizioni stabilite prevedono che l’approvazione della consultazione possa avvenire qualora essa riceva almeno il 60% dei voti, a favore dell’uno o dell’altro fronte in competizione e una partecipazione superiore al 75%.

A queste condizioni, il referendum sulla Brexit votato in questi giorni (con il 72,2% di votanti e il 51,9 % di voti favorevoli all’uscita) risulterebbe così invalido.

Ma nonostante il clamore suscitato dalla petizione, l’ipotesi di un nuovo referendum non può essere presa in considerazione, principalmente perché la norma introdotta avrebbe effetto retroattivo.

Adesso spetterà al Parlamento convalidare e ufficializzare il recesso, attraverso l’applicazione dell’articolo 50 del trattato di Lisbona, che regola la possibilità di uno Stato di recedere dall’Unione.

In merito alla speranza di un passo indietro rispetto ai risultati della Brexit, secondo gli esperti, ciò che potrebbe accadere è che l’accordo di uscita con l’Ue venga rimesso al voto dagli elettori e in quel caso la situazione potrebbe effettivamente essere ribaltata.

In un articolo sul Financial Times, l'editorialista Gideon Rachman è dubbioso sulla reale possibilità che la Brexit avvenga e afferma che adesso Bruxelles potrebbe concedere alla Gran Bretagna dei limiti all'immigrazione, giungendo così ad un compromesso ed evitando la Brexit.

Nel frattempo, in una lettera al Daily Telegraph il ministro della Sanità britannica, Jeremy Hunt, ipotizza un nuovo referendum nel caso in cui si riuscisse a negoziare con l'Ue un accordo sul controllo delle frontiere, sottoponendo l'intesa raggiunta alla votazione dei cittadini britannici.