Per le consulenze di Virginia Raggi, neo-sindaco di Roma, alla Asl di Civitavecchia la procura di Roma avrebbe aperto oggi un fascicolo senza ipotesi di reato né indagati.A seguito dell'esposto presentato dall'Associazione nazionale libertà e progresso (Anlep) la procura ha aperto questo fascicolo sulla presunta omissione di dichiarazione di incarichi e compensi da parte del legale Virginia Raggi.

Raggi: pronta la smentita

Immediata è arrivata la smentita da parte della Raggi delle accuse mosse da Sabella nei suoi confronti. Il 18 giugno pubblica sul suo profilo Facebook una foto dell'autocertificazione 2015 in cui dichiara i compensi ricevuti dalla Asl RMF per l'incarico di legale fiduciario per l'ammontare di euro 1.878,69.

Il neo-sindaco specifica che l'autocertificazione è datata 2015 perché è in quell'anno che ha effettivamente percepito il compenso per la consulenza svolta nel 2014.

Per quanto riguarda invece l'incarico ricevuto nel 2012, all'epoca non era ancora consigliere al Comune capitolino e “non era previsto alcun albo speciale”.

Il caso Sabella invece si ispessisce

Le parole pronunciate dal magistrato ed ex-assessore della giunta Marino, Alfonso Sabella, sarebbero diventate oggetto del fascicolo della Prima Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm), aperto già dallo scorso mese di aprile per le considerazioni espresse sul probabile esito del caso Affittopoli.

Un avviso di garanzia a Virginia Raggi sarebbe un “atto dovuto”, sono le parole che ha detto in merito alla presunta omissione di dichiarazione di incarichi e compensi ricevuti.

Ci si interroga sul limite che può raggiungere e superare un magistrato nel raccontare o commentare processi che riguardano l'operato di altri magistrati, suoi colleghi, e sull'esistenza o meno di inchieste o indagini giudiziarie. Inoltre per molti si è trattato di un mero tentativo di infangare l'immagine del candidato della fazione politica avversaria.

Che si sarebbe trattato quindi di un basso attacco politico studiato a tavolino e non della ferrea e onesta volontà di un magistrato della Repubblica italiana di far rispettare le regole, le leggi e agire in piena onestà.