Discutibile l'atteggiamento repressivo del Presidente della commissione europea Juncker nei confronti di una Nazione, l'Inghilterra, che ha voluto riscattare la propria autonomia, nonchè la propria identità. Anche se in ripresa, dopo il crollo immediato, le borse europee hanno fortemente penalizzato la sterlina, creando un'atmosfera di panico e mettendo in ginocchio gli investimenti di quanti avevano creduto nella solidità della moneta inglese.

Ma quest'aura di crollo ha caratterizzato l'andamento di tutte le piazze borsistiche, quasi a voler lanciare un monito che sa tanto di repressione a quanti, scontenti della politica europea, inneggiano all'uscita definitiva dall'Europa.

Ma il malcontento cresce a dismisura! In Francia, Italia, Grecia le correnti antieuropeiste trovano terreno fertile per la loro propaganda. Si parla di repressione nazista, di politica filo-germanica, di fallimento di un'Unione che ha tradito ogni idealità comunitaria per concretizzare un muro economico, che ora appare come una barriera insormontabile.

E, mentre Juncker impone scelte immediate all'Inghilterra, Renzi, straordinario camaleonte della politica, gioca un ruolo apparentemente decisivo nell'agone internazionale. Il suo sventagliato europeismo è volto a trarre tutti i vantaggi possibili dalla situazione del momento. Meglio stare dalla parte del più forte! E questo il nostro premier lo sa fin troppo bene!

Non ha importanza se l'Europa ha fallito i suoi obiettivi, se nazioni quali la Spagna e l'Italia si sono impoverite. L'importante è esserci e godere dei favori di chi detiene il potere.

Tutti hanno paura. Meglio non uscire dall'Europa. Potrebbe rappresentare la fine! Ma l'Europa è pronta a mutare atteggiamento, a concretizzare una politica che salvaguardi le comunità, le territorialità?

Che sappia nel concreto far fronte alle problematiche create dal massiccio movimento migratorio dai paesi in guerra? Troppi gli interrogativi, le perplessità ancora di più. Troveranno mai una risposta? Il mondo aspetta soluzioni concrete.