Dati alla mano ed a conti fatti, di quanto sarà il risparmio per la riduzione dei senatori? Secondo il ministro Maria Elena Boschi, la Riforma Costituzionale farebbe risparmiare ben 500 milioni, ma i numeri non tornano, specie se raffrontati con quelli della Ragioneria di Stato, stilati il 28 ottobre del 2014, che fotografano un’altra storia. Secondo la visione del documento contabile effettuata dal fattoquotidiano.it, si parla di un risparmio di 57, 7 milioni di euro, con una diminuzione di spesa per la riduzione dei senatori pari al 9% circa.

E la cosa non si ferma qui in quanto Arturo Scotto ha firmato un’interrogazione parlamentare per capire quali siano i dati aggiornati, ammesso che ce ne siano, dal momento che esiste, allo stato attuale, una discrepanza tra i dati annunciati alla Camera e quelli reali. La Ministra Maria Elena Boschi ha stimato un risparmio di 500 milioni per via di indennità e rimborsi che verranno tagliati ai senatori e ai gruppi parlamentari dello stesso Senato, ma per l’ente contabile si tratta di un risparmio di appena 49 milioni di euro che, rispetto al debito che abbiamo, non risolvono congruamente il problema.

Depotenziare il Senato comporterà un vero risparmio?

E non sappiamo ancora a quanto ammonterà realmente il risparmio per il taglio delle Province che dovranno essere riconvertite in città metropolitane e, secondo la Ragioneria di Stato, è difficile fare una previsione di quanto si ridurrà la spesa, poiché deve essere portata a compimento l’attuazione della legge.

Eppure la Ministra sembra non aver dubbi e parla di un risparmio di 320 milioni all’anno. Inoltre Maria Elena Boschi è incoraggiata dalle stime del FMI, Ocse e UE che quantificano una crescita dello 0,6% del Pil grazie proprio alle Riforme. D’altronde è stato lo stesso Mario Draghi il nove giugno scorso ad affermare che bisogna farle adesso le riforme strutturali importanti nei Paesi più colpiti dalla crisi, e che tali politiche sono importanti dal momento che devono procedere di pari passo con quanto chiede la BCE per il sostegno dell’economia nell’euro zona.

Per Scotto si tratta di un balletto di cifre che variano a seconda di chi le enuncia e non si capisce bene cosa ci azzecchino le previsioni del FMI sulla crescita dell’economia con la Riforma della Costituzione. Si vuole mantenere in vita la Democrazia o si punta solo sulla governabilità?

Per alcuni costituzionalisti la riforma è pasticciata

Intanto nell’intervista di Giovanni Floris al Presidente emerito della Corte Costituzionale Ugo De Siervo, adesso in pensione, il professore di diritto Costituzionale ha rilevato nella riscrittura della riforma molti punti ambigui e molte lacune e, dal momento che si devono modificare quaranta articoli della Costituzione, bisogna stare attenti a non provocare guai ben maggiori. De Siervo spiega che il Senato è stato depotenziato e per tenerlo in piedi gli hanno attribuito altre funzioni come quella legislativa che gli conferisce il compito di votare le leggi. Il Senato per il giurista dovrebbe avere più potere in materia di autonomie regionali e locali e, se proprio si doveva puntare al risparmio, sarebbe stato opportuno rivedere la riforma di regioni a statuto speciale che godono di congrui finanziamenti.

Inoltre c’è una contraddizione di fondo per il fatto che un Senato che non può più votare la fiducia al Governo ne dovrebbe comunque controllare l’operato. Insomma, per accontentare politici che non sopporterebbero di rimanere ai margini, si è creato un meccanismo tale che non porta il gran risparmio di cui parlano il Premier e la ministra Boschi.