Dalle macerie fumanti di un Regno Unito "post-europeo" è sorta una strana coppia. Teoricamente Nicola Sturgeon e Sadiq Khan non hanno nulla in comune. La prima è premier di Scozia e leader del Partito Nazionalista Scozzese, il secondo è già nella Storia come primo sindaco musulmano di Londra, laburista e dunque di tendenze socialdemocratiche. Li accomuna la voglia e l'intenzione concreta di ricostruire le macerie del Brexit, raccogliendo i consensi di quei cittadini che non volevano la fuoriuscita dall'Unione Europea. Non sono la maggioranza, in base ai risultati del referendum dello scorso 23 giugno, ma sono in tanti.

Alla fine quasi metà dei sudditi di Sua Maestà Elisabetta II sono dichiaratamente "europeisti", se consideriamo che il "remain" ha raccolto il 48,1 per cento dei consensi contro il 51,9 per cento del "leave". Su questo aspetto poggia oggi la campagna che vede anche la Sturgeon e Khan in prima linea per tentare l'impossibile.

La petizione per un secondo referendum

La "mission impossible" del fronte del "remain", sconfitto alle urne, è quella di convincere il Parlamento ad indire un secondo referendum sul Brexit. Per questo motivo sulla piattaforma petition.parliament.uk è partita una raccolta di firme che in poche ore ha raggiunto quota 2 milioni. Primo firmatario e promotore dell'iniziativa è tale William Oliver Healey, il quale chiede ai deputati di Westminster "l'applicazione di una norma in base alla quale, se il voto a favore del "leave" e del "remain" è al di sotto del 60 per cento con partecipazione minore al 75 per cento, sarebbe il caso di indire un nuovo referendum".

Naturalmente la questione sarà presa in esame, considerato che la petizione ha abbondantemente superato le 100.000 firme previste per legge. L'abbiamo definita una "mission impossible" e tale rimane, alla fine il "leave" è stato votato daoltre la metà dei cittadini britannici e, in base al prinicipio di democrazia, la maggioranza ha scelto di lasciare l'UE.

La Scozia si mobilita per chiedere ancora l'indipendenza

Tornando alla "strana coppia", Nicola Sturgeon ha convocato una riunione straordinaria del suo governo subito dopo l'ufficialità del Brexit. Oltre il 60 per cento degli scozzesiha votato per restare in Europa e, forte della volontà popolare, sarà a breve avanzata la proposta per un nuovo referendum con l'identico quesito già proposto due anni fa: la fuoriuscita di Edimburgo e dintorni dal Regno Unito dopo oltre trecento anni (l'unione dei regni di Inghilterra e Scozia divenne ufficiale nel 1707).

"Difenderemo il nostro posto all'interno dell'Unione Europea", ha dichiarato a gran voce Nicola Sturgeon che sta affrettando le procedure per la nuova consultazione referendaria. Qualche organo di stampa ha parlato addirittura del mese di settembre come possibile data ma non c'è al momento nessuna conferma ufficiale. Il governo scozzese sta però chiedendo il supporto del Parlamento Europeo per garantire il futuro posto della Scozia tra gli Stati membri.

La provocazione dell'amministrazione londinese

Sembra evidente che, finora, la maggior parte delle firme per un secondo referendum su Brexit siano state virtualmente sottoscritte a Londra e dintorni. I cittadini della Capitale si sono schierati in maggioranza per il "remain" ed ora il sindaco Sadiq Khan lancia la sua provocazione al governo britannico parlando di "secessione di Londra".

Il tutto, raccogliendo un appello lanciato su Change.org che indicava Londra "come una metropoli internazionale i cui cittadini vogliono essere membri dell'Unione Europea". L'impressione è che quella temuta reazione a catena che potrebbe portare alla fine dell'Unione Europea, rischia per il momento di ridurre sensibilmente il reame di Elisabetta II. Già nella Storia come la sovrana più duratura, potrebbe essere consegnata ulteriormente alla memoria futura come ultima regina del Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord.