Dopo varie discussioni in merito alla separazione tra previdenza e assistenza, ricongiunzioni onerose, Ape e non solo, sono in programma nuove riunioni per chiarire i vari punti tra mercato del lavoro ed erogazione degli assegni.

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Ieri 23 giugno nel pomeriggio si è tenuto l’incontro tra governo e forze sociali dov’è stato approvato l’anticipo pensionistico, anche detto Ape e varrà sia per i lavoratori autonomi che per quelli pubblici. Giuliano Poletti, noto dirigente e ministro del Lavoro e delle politiche sociali ha dichiarato: “L’Ape è una possibilità che avranno tutti i cittadini che hanno i requisiti per poter chiedere l’anticipo.

Ci sono ovviamente posizioni convergenti e divergenti ma questo è nella natura di ogni confronto”. Tommaso Nannicini, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, ha parlato del lavoro che stanno svolgendo portando l’attenzione sugli sgravi fiscali.

In questo terzo incontro di discussione sulle Pensioni anticipate, Susanna Camusso, segretario della Cgil ha affermato che “non ci sono né passi indietro e né passi avanti”. Non c’è stato quindi un annuncio sulla soluzione definitiva. Maurizio Petriccoli, segretario confederale Cisl ha parlato positivamente all’incontro sul voler “trovare soluzioni ai problemi” e favorendo le persone che a causa della riforma Fornero sono state penalizzate.

La terza piattaforma dei sindacati Uil ha discusso in tema di esodati, attività usuranti e lavoratori precoci al tavolo tra governo e previdenza e Carmelo Barbagallo, sindacalista sessantanovenne ha confermato che “l’Ape interessa di più al governo”. Il Governo pensa ad un piano pensionistico atto allo studio Ape e in fattore di anticipo con prestito bancario con la possibilità di agevolare alcuni pensionati dando loro l’aumento degli 80 euro, ma con la possibilità che parta dal 2018.

A valutare se la persona richiedente sarà soggetta ad anticipo pensionistico ci penserà l’Inps con il soggetto finanziario, che dopo varie valutazioni in base alla documentazione fornitagli darà esito positivo o meno sull’anticipo. La mensilità pensionistica ridotta potrebbe diminuire se non del tutto sparire a favore dei soggetti che hanno un lavoro a basso reddito o per le persone senza occupazione che non hanno possibilità di trovare un nuovo impiego.

Per chi invece sceglie l’opzione di uscita volontaria dal lavoro, ma ha uno stipendio elevato la decurtazione della pensione può arrivare fino al 15%. Aspettiamo quindi gli incontri del 28 e 30 giugno per avere ulteriori notizie a riguardo.