CrowdStrike, agenzia di cybersicurezza che opera negli Stati Uniti, non ha dubbi. Dietro il "furto" di circa19 mila messaggi di posta elettronica dall'archivio del Partito Democratico c'è la mano dei servizi segreti di Mosca. Il motivo che avrebbe spinto il governo russo ad una manovra tanto azzardata è quello di danneggiare Hillary Clinton e supportare indirettamente la candidatura Trump alla Casa Bianca. La svolta in politica estera promessa da "The Donald" in caso di vittora ha il favore di Vladimir Putin e non potrebbe essere altrimenti. Ma se davvero Mosca è dietro a questa operazione, perchè Wikileaks avrebbe scelto di pubblicare il materiale prestando il fianco a chi ora la considera soltanto una "pedina" nello scacchiere di Putin?

Il materiale pubblicato senza alcun filtro

La lunga battaglia tra Julian Assange, responsabile di Wikileaks, ed il governo degli Stati Uniti è ben nota. Se fosse estradato entro i confini americani, il giornalista ed attivista australiano dovrebbe subire un processo per spionaggio che potrebbe costargli carissimo. Il diretto interessato non ha voluto citare la fonte del materiale pubblicato sul sito, sottolineando però che i russi non c'entrano nulla. Wikileaks sta mettendo in gioco la sua credibilità perché in questo caso potrebbe venir meno la ben nota imparzialità che ne ha sempre contraddistinto l'operato. 'Emailgate' al contrario lo pone come alleato del governo russo, se davvero Mosca sta muovendo i fili, ed apertamente schierato contro l'elezione di Hillary Clinton alla Casa Bianca anche se in questo momento ciò che sta accadendorischia di danneggiare maggiormente il suo rivale, Donald Trump.

Oltretutto a finire sotto accusa è l'assoluta mancanza di filtro nei contenuti comparsi sul sito, probabilmente motivata dalla gran mole di messaggi di posta elettronica e l'impossibilità tecnica di vagliare con attenzione tutti i contenuti. Sono infatti presenti anche i dati personali di semplici impiegati del partito in innocui scambi di mail.

A criticare Julian Assange nella circostanza è addirittura Edward Snowden, l'ex tecnico della CIA che ha fatto venire alla luce il caso "Datagate" (l'attività di spionaggio del governo americano nei confronti dei leader europei, ndr) che ha definito "un grave errore la mancanza di filtro, a causa della quale traspare ostilità".

Tutto questo, pur riconoscendo "il grande lavoro di Wikileaks nel processo di democratizzazione dell'informazione". Assange ha ovviamente replicato: "Non abbiamo intenzione di danneggiare Hillary Clinton", ha detto, ma nello stesso tempo ha rilanciato dichiarando di essere in possesso di "altro materiale che potrebbe venir diffuso nei prossimi giorni".