Il Comune di Noto tra i "grandi evasori" secondo la magistratura contabile. L'ente amministrato da Corrado Bonfanti, rieletto primo cittadino per il secondo mandato consecutivo lo scorso 19 giugno, ha un debito col fisco di 631.363,44 euro. La notizia è stata resa pubblica questa mattina dal Giornale di Sicilia. Secondo quanto riportato da Stefania Giuffrè sul quotidiano regionale fondato da Girolamo Ardizzone, Riscossione Sicilia ha già avviato le procedure di pignoramento, così come ha fatto con tutti gli altri 132 comuni della Sicilia che si trovano a non aver pagato Imu e Tarsu alla società partecipata dalla Regione.

In provincia di Siracusa, ci sono altri otto comuni nella stessa situazione, ma uno solo con un debito più alto di quello di Noto, ovvero il piccolo comune di Buscemi. Per la città barocca si tratta di un debito elevato e della prima grana che si trova ad affrontare la nuova amministrazione con l'inizio del proprio mandato. L'impatto sul bilancio di una cifra così corposa è stato già sottolineato, proprio per il Comune di Noto, anche dall'editorialista de La Sicilia, Mario Barresi.

Debiti e campagna elettorale

In effetti, già in campagna elettorale, uno dei temi su cui maggiormente si era incentrata la battaglia con le opposizione era stato proprio quello dei conti in rosso lasciati dall'Amministrazione uscente, anche se - alla fine - il 53% dei cittadini che hanno partecipato al turno di ballottaggio hanno scelto la continuità.

Bisognerà vedere se, adesso, l'opposizione sarà in grado di continuare questa battaglia a tutela del risanamento economico del bilancio comunale, considerato che, sostanzialmente, conta in aula solo sui tre consiglieri eletti con le liste della coalizione Noto Bene Comune di Corrado Figura (Pintaldi, Ferrero e Rosa). Al contrario, i tre consiglieri eletti con le liste che sostenevano Salvo Veneziano (Cutrali, Solerte e Rizza) sono tutti passati a sostegno del sindaco già tra il primo turno e il ballottaggio.

Pignoramento

Il sindaco rischia di vedersi sfilare i soldi dal conto corrente della tesoreria comunale o di trovarsi l’ufficiale notificatore davanti alla porta con un’ingiunzione per mettere all’asta qualche bene dell'ente.