I sondaggi la danno ancora favorita per le elezioni del prossimo novembre ma la corsa di Hillary Clinton per il suo ritorno alla Casa Bianca, non più come first lady ma come presidente, inizia ad handicap. I vertici del Partito Democratico, alla vigilia della convention di Philadelphia che proclamerà l'ex segretario di Stato nel ruolo storico di prima donna americana candidata alla presidenza, si trovano in crescente imbarazzo per lo scandalo "emailgate". Oltretutto la questione, ripresa tanto per cambiare da Wikileaks, rischia anche di turbare gli equilibri diplomatici con la Russia.

Le accuse a Putin

Secondo il contenuto delle mail pubblicate da Wikileaks, i vertici democratici avrebbero apertamente favorito la corsa della Clinton alle Primarie ai danni di Bernie Sanders. In realtà lo stesso Sanders aveva lanciato accuse simili nei mesi scorsi, circostanza sulla quale si era buttato come un falco Donald Trump cercando di sfruttare le tensioni democratiche a proprio vantaggio. Come ha fatto Wikileaks a venire in possesso dei messaggi di posta elettronica provenienti dall'archivio del Partito Democratico? Secondo le accuse dello stesso partito, l'archivio sarebbe stato violato da hacker incaricati dal governo russo. Vladimir Putin spera nell'elezione di Trump e, pertanto, avrebbe colto la palla al balzo.

Al di là di questa vicenda che rasenta i confini della "Spy-Story" da guerra fredda, resta il contenuto inequivocabile delle mail che è costato le dimissioni a Debbie Wasserman Schultz, presidente del Democratic National Committee, chieste direttamente da Bernie Sanders che oggi appoggia apertamente la candidatura della compagna di partito.

Lo scandalo "emailgate" è acqua fresca al mulino di Donald Trump? Per alcuni la risposta è affermativa, per altri potrebbe trasformarsi in un pericoloso boomerang per il candidato repubblicano. Se davvero ci fosse lo zampino dei russi, Trump verrebbe accusato di fraternizzare non poco con lo storico nemico. Ci sono inoltre le sue dichiarazioni critiche alla NATO, insomma la gente ci mette poco a fare l'addizione uno più uno.