Il 25 luglio è sbarcata alla Camera dei deputati la proposta di legge presentata dall'intergruppo parlamentare Cannabis legale, che propone di regolamentare il consumo, la produzione e la vendita di derivati della canapa indiana. Il voto è stato rimandatoa settembre, ma secondo l'associazione "Freeweed board", da anni attiva sul fronte antiproibizionistaper sensibilizzare l'opinione pubblica sui danni del proibizionismo, il provvedimento potrebbe passare.

Le intenzioni di voto dei parlamentari

L'associazione Freeweed,il cui presidente Stefano Armanasco ha partecipato alle audizioni per fare presenti le proprie osservazioni sul provvedimento, sta seguendo costantemente il dibattito e ha stilato una sorta di mappa delle intenzioni di voto di ciascun parlamentare, basandosi sulle dichiarazioni rilasciate dagli stessi in merito.

"Non abbiamo la sfera di cristallo, ma crediamo possa passare" sostengono dall'associazione, che ritiene verosimile uno scenario dove i voti favorevoli al provvedimento prevarrebbero sui voti contrari con uno scarto di appena 24 voti:327 "si" contro 303 "no".

Favorevoli e contrari, nome per nome

L'associazione ha ripreso le infografiche di Open Parlamento con le statistiche sulle attvità di ciascun parlamentare, aggiungendo a fianco del nome le probabili intenzioni di voto. La tabella è in costante aggiornamento, e oggi Lisa, una coordinatrice dell'associazione ha reso noto su Facebook di aver modificato l'intenzione di voto attribuita ad alcuni parlamentari, associati erroneamente al fronte delno.

Se la situazione alla Camera sembra suscitare l'ottimismo dell'associazione, rispondendo a dei commenti sul gruppo Facebook, fanno presente che al Senato la situazione sarà più complicata: "ma intanto speriamo che ci arrivi al Senato", concludono palesando fiducia.

Le proposte di Free Weed

L'associazione antiproibizionista chiede con forza la libertà dei consumatori di poter coltivare liberamentepiante di canapa destinate all'uso personale, scongiurando l'eventualità che questa venga gestita come "monopolio di stato" in modo simile a come avviene per il tabacco.

FreeWeed nei mesi scorsi ha dato vita ad una massiccia campagna di informazione in numerose città italiane circagli usi terapeutici e non della Canapa e sui danni prodotti dal proibizionismo, cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica allestendo degli stand in occasione di fiere ed eventi.