Non si ferma la vendetta del presidente turco Recep Tayyip Erdogan che a testa bassa continua a punire chiunque sia accusato di avere legami con il golpe avvenuto nella notte del 15 luglio.L’accusa è quella di essere coinvolti nella rete Fethullah Gulen, principale responsabile del tentato colpo di stato militare secondo Erdogan e il suo entourage. Tra le 18 mila persone fermate, 9677 sono state raggiunte dal provvedimento di arresto. Qualcuno avanza con sempre più insistenza l’ipotesi di una manovra, quella del golpe, orchestrata dallo stesso presidente turco per sbarazzarsi dei principali avversari politici.

Non solo esponenti della politica, però, anche molti magistrati e giornalisti sono finiti nel mirino: nei giorni scorsi Ankara ha emesso un decreto che ordina la chiusura di 131 mezzi di mezzi di informazione. L’accusa è sempre la stessa: avere legami con la rete di Fethullah Gulen. Il provvedimento ha colpito tre agenzie, 16 canali televisivi, 23 radio, 45 quotidiani, 15 riviste e 29 case editrici; molte delle testate erano state poste sotto amministrazione controllata sempre per la stessa insinuazione. Ad essere colpiti sono stati il quotidiano Zaman, il canale all-news Samanyolu e l’agenzia Cihan.

Ad annunciare il provvedimento riguardante circa 50 mila passaporti è stato il ministro dell'Interno, Efkan Ala con un annuncio alla tv di stato Trt.

Eppure, il protagonista di questa principale accusa, l’oppositore Fethullah Gulen, ha sempre respinto il suo coinvolgimento nell’ultimo tentativo di colpo di stato in Turchia. «La mia posizione, i miei scritti, i miei discorsi, le mie idee, sono pubblici e chiari – ha dichiarato nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera – In tutta la mia vita, sono stato vittima di colpi di stato, ho sofferto durante i regimi militari, e ho criticato l’intervento dell’esercito nella politica locale.

Se degli individui che leggono le mie opere o che ascoltano i miei discorsi o simpatizzano con le mie idee sono stati coinvolti nel colpo di stato, allora quello che hanno fatto è un tradimento dei miei valori di base».