Dalla bambola gonfiabile presentata da Matteo Salvini come la sosia di Laura Boldrini alla vignetta su Maria Elena Boschi di Mannelli su il Fatto Quotidiano. Il dibattito politico italiano si è spostato con preoccupante velocità dai contenuti nel merito alla polemica di bassa lega. Il sessismo non è che la punta di un fenomeno degenerato a colpi di propaganda in puro stile Social. La presidente della Camera e il ministro delle Riforme possono vantare il triste primato di attacchi di una certa asprezza che, troppo spesso, poco hanno a che fare con il loro ruolo istituzionale.

La Boschi disegnata con le gambe accavallate coperte da un vestito corto che lascia intravedere un corpo provocante sotto il titolo emblematico “Riforme: lo Stato delle cos(c)e”, è l’ultimo esempio di questa escalation. Il Partito Democratico, così come avvenuto per il precedente caso Boldrini, si è scagliato duramente contro la vignetta apparsa sul quotidiano diretto di Marco Travaglio. Se questi sono gli elementi dell’antipasto sul Referendum Costituzionale, chissà fino a che punto si spingeranno le parti in autunno nel momento cruciale della campagna elettorale.