Dopo oltre 50 anni di scontri sanguinosi tra Governo e guerriglieri Farc (le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) la pace nel Paese è stata finalmente siglata da un accordo che resterà nella storia. Èla prima volta che un presidente colombiano riesce a far sedere ad un tavolo le due fazioni e a far raggiungere loro un’intesa.

La chiusura delle negoziazioni in origine era stata prevista per marzo scorso ed il fatto che la scadenza non fosse stata rispettata aveva fatto nascere dubbi sull’effettiva possibilità della sua riuscita. L’accordo ha per questo ancor di più suscitato l’entusiasmo di una larga fetta della popolazione, che vede ora come possibile un’unione tra le parti che abbia come scopo il comune impegno per la costruzione ed il benessere del territorio.

Le FARC

Le #Forze Armate Rivoluzionarie – esercito del Popolo sono un gruppo estremamente longevo di guerriglieri armati, di ispirazione marxista-leninista e bolivariana, costituitisi ufficialmente come organizzazione ribelle nel 1964 in risposta alle dure repressioni militari che il Governo mise in atto nei confronti delle popolazioni contadine delle regioni di Tolima e Huila, accusate di costituire un pericolo per lo Stato a causa della loro propensione per l’indipendenza.

A giugno di quest’anno le FARC sono state riconosciute come una vera e propria organizzazione politica. I loro rappresentanti sono arrivati all'incontro per la sigla dell'accordo vestiti di bianco.

Referendum popolare previsto per il prossimo 2 ottobre, ma l’esito non è certo

«Oggi è l’inizio della fine della sofferenza, del dolore e della tragedia della guerra» : queste le parole pronunciate dal presidente Juan Manuel Santos in un discorso televisivo alla nazione, che ha seguito l’annuncio dell’accordo siglato all’Avana.

Accordo che il prossimo 2 ottobre verrà sottoposto a referendum popolare, il cui esito potrebbe però non essere certo a causa di un’ampia fetta della popolazione che proprio il conflitto ha costretto a migrare per anni all’interno del Paese e che ora si aspetta una ridistribuzione delle terre.

Sappiamo infatti che sono circa 6 milioni gli sfollati e 8 milioni gli ettari di terra abbandonati per via della guerriglia interna.

Comunità intere fuggite dai propri possedimenti a causa delle minacce e dei continui abusi da parte delle forze armate e dei gruppi paramilitari si aspettano ora di poter tornare a casa. Di poter riavere ciò che è stato loro tolto.

A Bogotà, intanto, si festeggia nei parchi e nelle strade l’arrivo di una pace molto attesa.