Oggi, 22 settembre 2016, è il giorno che il ministero della Salute guidato da Beatrice Lorenzin (ex Forza Italia da tempo in rotta verso Matteo Renzi) ha voluto dedicare alla festa della fertilità. Ma in queste ore non sembra proprio esserci nulla da festeggiare, visto che a far discutere non è la volontà delle donne italiane di diventare mamme, ritrovata grazie alla magia del Fertility Day, ma la campagna di stampa legata all’evento giudicata da molti offensiva, misogina e persino velata di razzismo. Tutto era cominciato tre settimane fa con un opuscolo che, raffigurando una clessidra, lanciava il messaggio alle donne di sbrigarsi a figliare (“La bellezza non ha età, la fertilità si”).

Trovata che è apparsa maschilista. Poi, proprio ieri, alla vigilia del giorno della fertilità, cade sulla Lorenzin la tegola di una immagine che mette a confronto stili di vita, ma anche caratteristiche etniche. Risultato: la ministra nega di aver dato la sua approvazione e licenzia il direttore della comunicazione. Nicola Fratoianni (Sel) ne chiede le dimissioni.

Il giallo del volantino razzista

“Stili di vita corretti per la prevenzione della sterilità e dell’infertilità”. Questo il titolo stampato sulla copertina del pamphlet che alla vigilia del fertility day ha fatto montare una marea di polemiche, soprattutto sulla rete. Il problema non è tanto la frase in sé, ma la fotografia a cui è stata abbinata che raffigura, nella parte alta, quattro giovani belli, biondi, con un sorriso smagliante a 32 denti, vestiti bene e, soprattutto, di pelle bianca; contrapposti a questa sorta di semidei, naturalmente posizionati in basso, ci sono i ‘cattivi’, sempre giovani, sempre quattro, ma che fumano cannabis, narghilè, bevono, sono ‘capelloni’ e, tanto per dare un poco di colore, uno di loro è nero di carnagione.

Come se non bastasse, poi, si è venuto a sapere che la fotografia pietra dello scandalo non è originale, ma acquistata su internet da una apposita banca dati. E poi, come scoperto da Sel (il partito di Nichi Vendola), la stessa immagine si trova sul sito dello studio dentistico britannico Penn hill dental. Grottesco e vergognoso.

Talmente vergognoso che la Lorenzin nega spudoratamente di aver dato l’avallo all’utilizzo di quella foto e fa fuori il direttore generale della comunicazione dell’ufficio eventi, donna anche lei, individuato come capro espiatorio per salvare almeno il salvabile del fertility day.

La richiesta di dimissioni alla Lorenzin

Poco credibile la giustificazione addotta dalla Lorenzin.

Possibile, infatti, che il ministro non abbia fatto personalmente le pulci alla campagna pubblicitaria del fertility day dopo la bufera seguita al messaggio della clessidra, ritenuto da molti anche di stampo fascista? I dubbi permangono. Il primo a chiedere la sua testa è Nicola Fratoianni. “La ministra Lorenzin”, posta il vendoliano su twitter, “caccia la dirigente del ministero, sua sottoposta, per scaricare le proprie responsabilità per il manifesto razzista sul fertility day. Se ne vada lei. E subito”. Anche il Pd, per bocca della responsabile ‘infanzia’ del partito, Vanna Iori, giudica “inaccettabile” la campagna della Lorenzin. Mentre la teocon Paola Binetti prova a buttare la palla delle polemiche in tribuna e invita a concentrarsi sull’importanza del messaggio lanciato dall’odierna festa della fertilità.