Immigrati trasferiti su un'isola lontana dall'Europa? Somiglia tanto al "Piano Madagascar", pensato inizialmente dagli alti gerarchi nazisti nel 1938 per risolvere la questione ebraica. L'idea più volte sbandierata da Frauke Petry, leader di "Alternative für Deutschland", è quindi poco originale ma il termometro politico tedesco, oggi, è simile a quello di altri Stati europei: segna la crescita esponenziale di una destra populista, euroscettica e xenofoba. Alternativa per la Germania esce a testa alta dalle elezioni regionali che si sono svolte in Meclemburgo: è il secondo partito, dietro i Socialdemocratici di Sigmar Gabriel (30,6 % dei consensi) ma davanti ai Cristian-Democratici di Angela Merkel (20,8 % contro il 19%).

Si tratta di un risultato clamoroso perché questa vittoria è stata ottenuta nel Land di appartenenza dell'attuale cancelliera.

Svolta a destra per i delusi dalla Merkel

Naturalmente il trasferimento dei migranti su un'isola non è l'unica proposta politica di Frauke Petry e dei suoi sostenitori ma l'attuale crescendo rossiniano a cui sta andando incontro l'ultradestra tedesca cavalca saldamente il destriero di un'emergenza immigrazione che, secondo molti cittadini, sta trovando impreparato l'attuale governo. Le politiche di apertura in tal senso da parte di Angela Merkel non convincono molti tedeschi ed i voti persi per strada dal Cdu sono finiti, dati alla mano, ad Alternativa per la Germania.

Per il resto, le proposte di AFD non sono diverse da quelle della destra tradizionale: viene ipotizzato uno Stato forte basato su un'economia che privilegi innanzitutto imprese e prodotti tedeschi, oltre all'uscita della Germania dall'Unione Europea sul 'modello Brexit'. Angela Merkel e la sua Germania "europeista" sono oggi il fulcro su cui poggia l'UE dal punto di vista politico ed economico, un indebolimento della cancelliera pertanto è un campanello d'allarme fortissimo per Bruxelles.

La crescita di AFD

Frauke Petry guida AFD dal 2013 e la sua leadership coincide con la crescita di consensi: quest'anno, oltre al già citato Meclemburgo, AFD era andata oltre il 15 per cento nel Land del Baden-Wurttemberg e quasi al 13 per cento nella Renania-Palatinato, fino ad arrivare al trionfale 24 per cento dei suffragi in Sassonia, lo scorso marzo.

I sondaggi attuali a livello nazionale gli attribuiscono potenzialità per raggiungere il 12 per cento alle Elezioni Federali del prossimo anno: dunque la certezza dell'ingresso in Bundestag e la palma del terzo partito tedesco dopo i Cristiano-Democratici ed i Socialdemocratici.

La cancelliera corre ai ripari

Angela Merkel è una politica navigata. Ad oggi non ha sciolto il nodo relativo alla sua ricandidatura per le Federali del prossimo anno ma è probabile che il duro colpo appena subito possa farle decidere di reggere ancora le redini contro il nuovo avversario politico. La cancelliera non ha risposto alle provocazioni post-voto di Frauke Petry che la definisce "vicina alla fine" ma si rivolge a tutti i tedeschi e lo fa senza giri di parole, pigiando il tasto dolente.

"Comprendo che il tema immigrazione giocherà un ruolo enorme ed il governo si prenderà le sue responsabilità umanitarie continuando a promuovere l'integrazione. Ma coloro che non hanno il diritto di restare, devono lasciare il nostro Paese". Basterà l'evocato inasprimento delle politiche sull'immigrazione a rinconquistare gli elettori? C'è ancora un anno di tempo prima delle Elezioni Federali ma tanti altri 'test' regionali disseminati per strada. Angela Merkel è consapevole di quanto i migranti siano solo un pretesto per accaparrare i voti nazionalisti, la vera battaglia si combatte attorno al ruolo cardine della Germania in Europa. Una sconfitta elettorale della cancelleriera equivarrebbe ad un colpo micidiale inferto all'UE i cui effetti potrebbero essere ben più gravi di un 'Brexit' che, finora, è stato indolore.