Sta suscitando un vero e proprio vespaio l’intervento dell’ambasciatore Usa in Italia, John Phillips, sul referendum costituzionale italiano. L’ambasciatore americano si è di fatto schierato per il Sì, dichiarando durante un incontro che la vittoria del No sarebbe un passo indietro per gli investimenti stranieri in Italia.

Le reazioni

Un’interferenza anomala, quella del massimo esponente della diplomazia americana in Italia, che più che comprensibilmente ha scatenato le reazioni della politica. Dure critiche sono arrivata dalla Lega Nord, Forza Italia e dal Movimento Cinque Stelle.

Del resto, anche la presenza del Premier Renzi alla cena di stato del 18 ottobre, organizzata dal presidente uscente degli Stati Uniti, Barack Obama, potrebbe sembrare una sorta di “aiuto” dell’attuale inquilinodella Casa Bianca al Primo Ministro italiano, che proprio sul referendum si sta giocando tutto. Chissà cosa ne pensa il candidato repubblicano alla presidenza Usa, Donald Trump?

L'uscita dell'ambasciatore favorirà il No

Restano, però, seri dubbi e perplessità sul metodo con cui un paese estero, seppur alleato, cerchi di condizionare il voto referendario, che il popolo dovrebbe poter esercitare senza interferenze esterne. Che cosa sarebbe successo se un intervento del genere fosse stato fatto dal nostro ambasciatore negli Stati Uniti d’America?

Che cosa sarebbe successo se un intervento del genere fosse stato fatto da un ambasciatore in qualsiasi altro paese europeo, come Francia o Germania? Siamo quasi sicuri, che le massime istituzioni di quei paesi si sarebbero attivate immediatamente per chiedere spiegazioni sull’accaduto. Ed è quello che dovrebbe fare l’Italia.

Ci piacerebbe vedere interventi decisi della Presidenza della Repubblica, della Presidenza del Consiglio e della Farnesina. L’Italia e gli italiani hanno il diritto di pretendere di non avere alcuna interferenza su questioni interne. E nel caso in cui non arrivassero spiegazioni o provvedimenti convincenti , il premier Renzi dovrebbe, per protesta, disertare la cena di stato con Obama. Comunque, molto probabilmente l’uscita dell’ambasciatore americano andrà ad alimentare il fronte del No.