La deriva xenofoba è,in fin dei conti, la causa dell'immobilismo di gran parte degli Stati europeisulla questione migranti. Le parole del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, pronunciate dopo il vertice UE di Bratislava, denunciano un certo disarmo del governo italiano: Angela Merkel e Francois Hollande sono i due partner continentali più importanti ma entrambi sono già sul fronte di una complessa campagna elettorale, considerato che l'anno prossimo si vota in Germania per le Federali ed in Francia per le Presidenziali, che ha nel "problema immigrazione" la sua pietra angolare.

L'accordo con la Turchia della scorsa primavera ha chiuso la rotta greca, il Regno Unito è fuori dall'Unione, la Spagna è in crisi di governo da quasi un anno, ad Est non ci sono interlocutori credibili ed il Nord Europa si è scoperto improvvisamente meno tollerante. La rotta dei "viaggi della speranza" rimane il Mediterraneo e Renzi non ha tutti i torti: oggi l'Italia è sola.

Renzi: 'Un problema di strategia'

"La maggior parte dei migranti arriva dall'Africa - ha sottolineato il premier - ed il problema principale restano i rapporti dell'UE con gli Stati africani. O si interviene tutti quanti per fermare il flusso a monte oppure è evidente che l'Europa non è in grado di intervenire". Questo in sintesi il pensiero di Renzi, esposto a Bratislavadove - ha ribadito amaramente - non è stata nemmeno pronunciata la parola Africa".

L'Italia in questo momento non sta affrontando una vera emergenza, simile a quella della Grecia nel 2015, ed i numeri relativi agli arrivi sono più o meno gli stessi di dodici mesi fa. L'allarme lanciato da Matteo Renzi è più "in prospettiva". "Bisogna definire la strategia dei prossimi anni - ha aggiunto – ma se l'Europa continua così, l'unica soluzione che abbiamo in Italia è quella di organizzarci in modo autonomo.

L'Italia deve salvare tutti i migranti che può salvare ma non può raccoglierli tutti".

Germania e Francia con le mani legate

Gliscenari italiani permettono all'attuale esecutivo di trattare la questione migranti in maniera "marginale" da un punto di vista strettamente politico. In Italia non c'è un'estrema destra forte: la Lega Nord, prigioniera delle sue origini secessioniste, non può crescere nel Mezzogiorno; Fratelli d'Italia ed i movimenti extraparlamentari sono una pallida minoranza.

Tutto questo, in attesa che il Movimento 5 Stelle chiarisca la sua posizione in merito che risulta abbastanza confusa. Ben diversa la situazione in Francia e Germania, dovel'ascesa dell'ultradestra nasce essenzialmente dalla paura dei cittadini dinanzi a quella che viene prospettata come "invasione". Il Front National di Marine Le Pen ed Alternativa per la Germania di Frauke Petry sottraggono voti alle rispettive maggioranze di governo puntando l'indice sulla presunta inadeguatezza con la quale, finora, è stato affrontato il problema. Il 'mantra' populista funziona: l'anno scorso, in Francia, soltanto l'inedita alleanza tra Repubblicani e Socialisti ha sbarrato la strada al Front National alle Regionali mentre i Cristiano Democratici della Merkel in Germania stanno andando incontro ad un flop dopo l'altro, l'ultimo della serie nella Città-Regione di Berlino: perdono consensi anche i Socialdemocratici, cresce solo l'estrema destra.

Gli elettori chiedono dunque di inasprire le politiche sull'immigrazione, i governi di Francia e Germania cercano di rispondere 'presente' e non possono contemporaneamente essere presenti all'appello di Matteo Renzi. Quest'ultimo proseguirà i suoi monologhi continentali fino a quando non entrerà nel vivo la campagna elettorale per il Referendum Costituzionale. I disperati proseguiranno le loro rischiose rotte nel Mediterraneo 'ingrassando' i trafficanti di esseri umani mentre Bruxelles continuerà a mettere la questione all'ordine del giorno consapevole di non poterla risolvere.Una delle tante crepe di un’Unione ormai logora dopo nemmeno un quarto di secolo di esistenza.