Durante il prossimo fine settimana, 24 e 25 settembre, moltissime piazze italiane ospiteranno i banchetti dei Radicali Italiani impegnati a raccogliere le firme per una legge di iniziativa popolare in favore della legalizzazione della cannabis. Ad annunciarlo è stato lo stesso segretario nazionale Radicale, Riccardo Magi, nel corso di una conferenza stampa tenuta a Torino venerdì scorso, 16 settembre, insieme agli altri membri del comitato promotore. Tra questi Silvja Manzi (coordinatrice dell'Associazione Radicale ‘Adelaide Aglietta’), il civatiano Federico Dolce, il Giovane Dem della sezione piemontese Paolo Rainato e Camillo Bosco dei Giovani Socialisti del Piemonte.

Marijuana libera contro l’illusione autoritaria

Dunque, come già detto, l’obiettivo del comitato, ha detto Silvja Manzi, è quello di “promuovere una proposta di legge di iniziativa popolare di regolamentazione e legalizzazione della cannabis”. Ed è proprio per questo motivo che la campagna referendaria, partita in sordina a metà aprile, è stata denominata ‘Legalizziamo’. La notizia è che, almeno nel capoluogo sabaudo della sindaca Chiara Appendino, il M5S parteciperà attivamente alla raccolta firme. Spiegare le motivazioni a sostegno di una scelta antiproibizionista, stigmatizzata fino a pochi anni fa come un’idea quasi diabolica, è toccato al Radicale Magi. Una riforma che “avrebbe degli aspetti virtuosi enormi”, ha esordito il giovane segretario pannelliano, dall’impatto economico all’emersione di un “mercato di massa” di qualche milione di consumatori che può essere stimato in qualche miliardo di euro.

Ma, soprattutto, ha proseguito Magi col vero cavallo di battaglia dell’ideologia dei Radicali, la nuova legge avrebbe un impatto sulle “libertà individuali” perché “dietro l’impostazione antiproibizionista c’è una concezione del rapporto tra l’individuo e lo Stato” sintetizzata da Magi con la definizione coniata da Marco Pannella di “illusione autoritaria” con cui si vorrebbe proibire una “facoltà umana” che è quella di poter “assumere delle sostanze”.

Quindi, ha concluso Magi, questa riforma avrebbe “degli effetti virtuosi indubbi” anche perché utile a combattere il potere delle “narcomafie”, sempre più forti nonostante decenni di guerra alla droga.

Il ddl Della Vedova bloccato alla Camera

L’iniziativa pro cannabis del comitato ‘torinese’ va ad affiancarsi al disegno di legge di iniziativa parlamentare, promosso dall’intergruppo di 220 deputati e 73 senatori guidato dall’ex Radicale, ora al governo, Benedetto Della Vedova.

Il testo è parcheggiato dal 25 luglio scorso a Montecitorio, sommerso dagli oltre 2000 emendamenti presentati in maniera pretestuosa soprattutto dai centristi di Area Popolare e dalla Lega. Il rischio, quando e se l’esame del ddl ripartirà, è quello di vederne stravolte le linee guida, ovviamente in senso proibizionista perché, sui temi etici, la politica italiana è ancora asservita alla visione oscurantista cattolica del Vaticano.