È con questo quesito che si apre l’intervista a Di Martedì condotta da Giovanni Floris al vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, andato in onda ieri sera su La7. Nella stessa serata, andava in onda a Politics il Premier Renzi, che continua attivamente la sua campagna referendaria per il Si. L’intervista tenutasi a Di Martedì ha visto il vicepresidente della Camera al centro del dibattito in prima serata ma, come sempre, Di Maio ha saputo diradare in modo ottimale tutte le ombre gettate sulla campagna referendaria del No e dalla stesso M5S che ha visto la neosindaca Virginia Raggi al centro del caos al Campidoglio.

Gli argomenti trattati durante l’intervista sono stati molteplici, ma, le ipotesi future di un Movimento Cinque Stelle a capo del governo generano non poche perplessità ai cittadini stessi, che vedono un M5S disorientato e poco producente nel Comune di Roma. Ciò che si domanda il conduttore Giovanni Floris, e tutti i cittadini, è che se vi sono molti problemi nel riuscire a governare un comune come quello di Roma, come potranno i Grillini riuscire a prendere le redini di un governo come quello italiano? Ma il vicepresidente della Camera, incalza, affermando che la sindaca Raggi non ha creato una situazione peggiore della precedente, semplicemente si è trovata a fare i conti con un comune con enormi e differenti problematiche che già da anni erano presenti sul territorio.

Aggiunge inoltre che avevano preannunciato questa situazione, perché gestire un comune come quello romano, attraverso le loro regole integerrime, non sarebbe stata una passeggiata, anzi, una “patata bollente” aggiunge il vicepresidente della Camera, ma pur sempre un passaggio inevitabile per coloro che hanno voglia di rimettere in piedi un paese partendo dalla ricostruzione di fondamenta solide.

Infine, Di Maio ricorda la vicenda avvenuta qualche giorno fa riguardo “al ritrovamento di un innesco di un ordigno all’interno dell’abitazione di un collaboratore della giunta del M5S”, un chiaro segnale intimidatorio che ci riconferma che questa sia la giusta direzione. Durante l’intervista è lo stesso Di Maio a dichiarare lui e il Movimento poco esperti nel governare un paese, ma non per questo, non in grado, anzi, il vicepresidente della camera parla a nome di tutto il Movimento quando si dichiara pronto e volenteroso a guidare il paese sulle basi dei loro sani principi e quella voglia di rinnovamento che dalla nascita aleggia all’interno del partito.

Quello che ci si domanda è: la buona volontà e la voglia di cambiamento possono risanare un paese e soprattutto fare crescere il PIL?

Il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, espone il piano del Movimento Cinque Stelle per quanto concerne l’intervento nell’economia del paese con manovre pratiche ed essenziali come: il reddito di cittadinanza (che è il primo punto del programma del Movimento), facendo tagli sulle pensioni d’oro dei politici ed aumentando quelle minime dei cittadini, tagliando le spese e reinvestendole in settori di maggior necessità. Il loro programma non si limita solo a questo ma anche al risanamento delle banche e soprattutto dal dividere il potere politico da quello monetario, eliminando ai vertici i poteri infiltrati con la Politica e ridistribuendo le cariche a persone meritevoli e competenti che siano lontane dalla vita politica, questo avverrebbe mediante concorso pubblico. Le iniziative e i buoni propositi non mancano, questo Movimento aspetta solo di essere messo alla prova, e chissà se vincerà il no al referendum, che tutto questo non sia possibile.