A seguito della decisione dell’Unesco in merito al Monte sul Tempio, il Ministro israeliano dell'Istruzione, Naftali Bennett, ha deciso di interrompere i rapporti con l’organismo. Il pomo della discordia è il Monte del Tempio, la Spianata delle Moschee come la chiamano gli ebrei, che l’organizzazione delle Nazioni Unite ha deciso essere luogo sacro esclusivamente ai musulmani. La Risoluzione era stata presentata dai Palestinesi, insieme ad Egitto, Algeria, Marocco, Libano, Oman, Qatar e Sudan, ed è stata approvata da ventiquattro paesi e respinta da sei (Stati Uniti d'America, Regno Unito, Germania, Olanda, Lituania ed Estonia), mentre i rappresentanti di due nazioni non si sono presentati al voto e ventisei si sono astenuti, tra cui anche l’Italia, con grande disappunto da parte della Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.

Il provvedimento stabilisce che, sebbene la città di Gerusalemme sia sacra alle tre religioni monoteiste, il Monte del Tempio è luogo sacro solo per i musulmani, tant’è che nella Risoluzione si parla esclusivamente di 'Moschea di Al-Aqsa' e di 'Haram al-Sharif’, superando la dicitura ebraica e quella inglese del luogo. La decisione ha fatto ovviamente infuriare il Presidente Netanyahu che ha immediatamente attaccato l’UNESCO, dichiarando che negare i legami storici tra l'ebraismo, il Monte del Tempio e il Muro del Pianto è come togliere la Grande Muraglia alla Cina e le Piramidi agli egiziani. Secondo la tradizione ebraica, il Monte del Tempio coincide con il Monte Moriah, e secondo la Genesi, è il luogo dove, quasi 4 mila anni fa, Abramo stava per compiere il sacrificio di Isacco, messo alla prova dal Signore.

Secondo la tradizione islamica, invece, era Ismaele a dover essere sacrificato sul Monte, non Isacco suo fratello. Infatti, Ismaele è il progenitore del popolo arabo, Isacco del popolo ebraico. Una discordia che ha origini lontane, risolta dall’UNESCO che rischia però di appiattirsi su questioni politicamente fragili e, soprattutto, di alimentare quel conflitto che non avrà vincintori, ma solo vinti, Israele e Palestina.