Oltre che in Siria, Erdogan ha schierato le sue truppe anche in iraq per liberare la città di Mosul dall’assedio jihadista, ma il ruolo sempre più di primo piano della Turchia nella battaglia preoccupa non poco il governo sciita di Baghdad. Nei giorni scorsi, migliaia sono i cittadini che hanno protestato davanti all'ambasciata turca della capitale irachena, per chiedere l’immediato ritiro delle truppe turche dalla base di Bashiqa.

Secondo Ankara, l’impegno militare è finalizzato esclusivamente alla formazione delle truppe irachene impegnate nell’operazione.

Baghdad invece ha negato qualsiasi autorizzazione, intimando di abbandonare il territorio. Se l’obiettivo del governo irakeno è la riannessione della città e la sua periferia all'Iraq, Ankara non nasconde certo l’intenzione di controllare la città dopo aver messo alla fuga le milizie DAESH. Prima della nascita del moderno Iraq, infatti, questa zona apparteneva all’Impero ottomano e, considerando che le truppe turche sono dispiegate a nord della città, non si esclude che il Sultano voglia riportare Mosul sotto il suo controllo e intenda frammentare lo Stato iracheno.

Recentemente, il Presidente Erdogan aveva ipotizzato i possibili scenari etnici e politici a Mosul, una città a portata di arabi sunniti, curdi sunniti e turkmeni.

Il piano dovrebbe prevedere l’assegnazione del Kurdistan curdo ai Peshmerga di Barzani, alleati di Erdogan contrariamente ai curdi siriani, sebbene le autorità del Kurdistan iracheno abbiano dichiarato che l’esercito Peshmerga non si ritirerà dai territori della provincia di Ninive e di Kirkuk, territori ricchi di giacimenti di petrolio duramente conquistati combattendo contro il Califfato nero.

L’area di Mosul e il triangolo sunnita verrebbero assegnati ai sunniti iracheni, sotto la supervisione di Ankara, e la parte meridionale di Bassora, sciita, all'Iran. Uno scenario regionale che si presenta complicato per Erdogan il quale, oltre all’obiettivo prioritario di soffocare le rivendicazioni di autonomia sollevate dai curdi del PKK in Iraq, dovrà preoccuparsi anche di tenere a bada le truppe filo-iraniane, alleate con il governo iracheno, perché non si spingano fino a Mosul e sottraggano al Sultano l’ambizione di controllare la città.