L’aula di Montecitorio vota la richiesta della larga parte delle forze politiche di rinviare in Commissione laproposta di legge avanzata dal Movimento 5 stelle per la riduzione dei salari dei parlamentari. La mancata approvazione avviene con 109 voti di differenza.

Roberta Lombardi, promotrice della legge, definisce l’esito inaccettabile. Contrari al rinvio anche Forza Italia, Fratelli d’Italia e Sinistra Italiana. Dopo la decisione della Camera dei deputati, diversi esponenti dei 5 stelle hanno lasciato l’aula, per radunarsi nella piazza antistante con alcuni attivisti del Movimento che hanno urlato la loro indignazione per l’accaduto.

Di Battista, sdegnato dal risultato, usa parole dure contro i responsabili

Indignato, Alessandro Di Battista, definisce coloro che hanno affossato la propostaignobili” e “gentaglia che non sa cos’è la democrazia” e poi si dirige verso gli attivisti 5 stelle. Ancora amareggiato per l’accaduto l’onorevole aggiunge che: “E’ assurdo che si proponga un referendum che per velocizzare i lavori parlamentari chiede di cambiare 50 articoli della Costituzione e poi si mandi in commissione una legge di un’altra forza politica, allungando l’iter”. Di Battista dice di non essere affatto stupito per l’esito del voto, in quanto ha a che fare con queste persone da tre anni e si chiede “se la popolazione sarà disposta ad agire per cacciare questi personaggi”.

Fuori da Montecitorio, in piazza con Di Battista anche Carlo Sibilla, Alessio Villarosa e molti altri.

Di Battista continua ribadendo che “gli esponenti politici all’interno del Parlamento sono gentaglia. Dicono che le istituzione non funzionano, ma rimandano in commissione un provvedimento che giunge all’aula di Montecitorio dopo 2 anni e non viene approvato per colpa loro”.

L’onorevole 5 stelle prosegue dicendo che “resta poco della sovranità popolare, ed un Parlamento che non è stato nemmeno votato dai cittadini affossa una legge”. Secondo il deputato sarà importante votareNo al referendum del 4 dicembre per “salvare quel poco che resta della democrazia”.

Grillo presente alle votazioni, la Lombardi allibita per l’accaduto, anche FdI contro il rinvio

Presenza anche di Beppe Grillo, che assiste alle votazioni dalla tribuna ospiti della Camera. Partecipazione simbolica, quindi, anche del portavoce del Movimento, insieme ad una nutrita schiera di attivisti, a significare l’importanza della lotta per la proposta Lombardi. Grillo si è mostrato in jeans, camicia e giacca, senza la cravatta (non obbligatoria in camera deputati) ed ha attirato una grande attenzione da parte dei fotografi.

Roberta Lombardi, tra i maggiori responsabili della proposta di legge sui tagli agli stipendi, ha definito inaccettabile la richiesta della maggioranza, espressa per voce da Lorenzo Dellai, di rimandare la pdl in commissione, e dunque oggi non la si è votata.

La Lombardi dice che i 5 stelle rigettano la motivazione istituzionale con cui si rinvia la legge (l’approssimarsi del Referendum del 4 dicembre), ed anche la motivazione politica per cui non si sarebbe trovato il tempo di esaminare la proposta in commissione. La Lombardi precisa che, però, il tempo c’è stato e la pdl è stata presentata in commissione a maggio 2014.

Anche Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia è contraria al rinvio in commissione della proposta. La deputata precisa che “continuando a rinviare le proposte dell’opposizione, si votano solo gli emendamenti della maggioranza. Il problema è reale ed esiste”. Dice, inoltre, che era successa la stessa cosa con la proposta proprio a firma Meloni sulle pensioni d’oro ed anche su quella della Lega per la legittima difesa.