Roberto Benigni è stato raggiunto da un inviato de Le Iene, Dino Giarrusso, per avere un'intervista sulla Costituzione, sul referendum costituzionale e sul suo presunto cambio di vedute.Il comico toscano ha infatti innescato polemiche nell'estate appena passata, dopo aver dichiarato che voterà SI al referendum costituzionale sulla riforma della seconda parte della Costituzione voluta dal PD, previsto per il 4 dicembre.

'La più bella del mondo': Benigni da sempre innamorato della Costituzione

A riscaldare ancora di più il clima è anche la circostanza in cui Benigni ha esternato il suo orientamento.

L'ha fatto, a giugno, nello stesso giorno in cui è andata in ondata in Rai la replica dello spettacolo “La più bella del mondo”, da cui sono state tolte alcune scene ed è stato aggiunto un epilogo di 6 minuti, in cui il comico sostiene che la Costituzione si può certamente riformare nella sua seconda parte.

Lo spettacolo andò in onda in prima visione, nella versione originaria, nel 2012 e consiste in un monologo in cui Benigni dichiara il proprio amore verso la Costituzione, definendola come una poesia, come una mamma che protegge i suoi figli.

In effetti il nostro testo costituzionale, varato nel 1948, fu un modello per altre costituzioni e carte dei diritti.

Benigni si è sempre schierato in difesa della legge fondamentale, sostenendo che non è vecchia né ha bisogno di essere modificata, pur non escludendo la possibilità che sia in parte rivista.

Aveva preso posizione contro la riforma costituzionale proposta nel 2006 dalla maggioranza dell'epoca, rappresentata dal PDL (Lega, Forza Italia, AN), per la quale fu richiesto il referendum costituzionale confermativo, che vide la vittoria del NO.

L'intervista de Le Iene: 'Vittoria del NO peggio di Brexit'

L'inviato Giarrusso, de Le Iene, ha chiesto spiegazioni al comico, ricordandogli quanto affermato qualche anno fa.Il risultato è stato deludente, perché con il suo modo di fare istrionico, tra una risata e l'altra, ha praticamente eluso le domande del poco incisivo inviato.

Benigni si è limitato a dire che i primi 12 articoli sono intoccabili e che gli stessi costituenti auspicavano una riforma della seconda parte della Costituzione.Magari all'epoca i padri costituenti non immaginavano che ben 47 articoli su 139, sarebbero stati riformati da una minoranza, sulla base di un accordo tra Renzi e Verdini.

Benigni da sempre sottolinea l'alto spessore morale e culturale dei padri costituenti, definendo l'Assemblea costituente come un miracolo delle menti migliori del Paese, frutto di un lavoro comune tra i rappresentanti di tutte le componenti politiche, comunisti, liberali, socialisti, democristiani ecc.

Quando l'inviato gli ricorda tutto ciò, Benigni non ribatte. Usa la solita scorciatoia, quella dello scherzo. Siamo ben lontani da quel fiume in piena che decantava amore per la Costituzione e per i padri costituenti. E' un Benigni di poche parole e pronuncia più che altro frasi retoriche più simili a slogan politici che ad altro.

Il comico ammette che la riforma è perfettibile, ma non spiega perché gli italiani dovrebbero votare SI a una riforma che poteva sicuramente essere scritta meglio e che – secondo autorevoli pareri (vedi Zagrebelsky) – è fatta malissimo.

Quando è in difficoltà il comico la prende sul ridere e scherza con l'intervistatore e col cameraman.

Benigni chiosa sostenendo che è indispensabile la vittoria del SI. Una vittoria del NO, a suo parere, sarebbe 'immorale, peggio della Brexit!'. Invoca il 'senso di responsabilità', il comico, e conclude dicendo che 'possiamo stare sereni se vince il SI, bisogna pensare al bene degli italiani'.

Non si può fare a meno di considerare che per scrivere lo spettacolo “La più bella del mondo” Benigni si è affidato alla collaborazione dei maggiori costituzionalisti italiani, mentre nel sostenere il SI alla riforma sembra ignorare i pareri autorevoli negativi, come quelli di Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky.