“Siamo un Paese di maggioranza fascista o ignorante. Che schifo”. Così commenta su Facebook il risultato del referendum per la pace in Colombia lo scrittore Santiago Gamboa. Il colombiano residente a Roma, sostenitore delle negoziazioni tra il governo e le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc), aveva promosso il voto a favore del “sì”.

Un risultato sorpresa

Il risultato del referendum ha sorpreso tutti. Anche questa volta, i sondaggi non hanno anticipato il vero risultato, con il 99,8% dei seggi scrutati nel plebiscito convocato ieri dal governo per siglare l’accordo con le Farc.

L’autorità elettorale sostiene che il 50,2% degli elettori ha votato “no”, mentre il 49,7% ha votato “sì”. Il presidente della Colombia, Juan Manuel Santos, ha riconosciuto il risultato.

La resistenza dei ribelli

Il presidente ha assicurato che, nonostante la bocciatura popolare, il cessate il fuoco si manterrà. Oggi saranno convocate tutte le forze politiche del Paese per trovare un’altra soluzione al conflitto armato. Dall’isola di Cuba, dove si trova il capo delle Farc, Rodrigo Londoño, aka Timochenko, i ribelli continueranno la ricerca di un accordo negoziato. Le Farc però non vogliono percorrere l’opzione di un’Assemblea Costituente. Era un’opzione già rifiutata durante i primi accordi per la pace.

La posizione dei conservatori

Santos ha insistito affinchè la porta del dialogo rimangaaperta. Vuole ascoltare tutti i settori, soprattutto quelli che hanno promosso il “no”. I leader conservatori si sono pronunciati sulla possibilità di portare avanti un’Assemblea costituente e hanno annunciato la necessità “urgente” di convocare un Grande Accordo Nazionale per cercare “la riconciliazione politica dei colombiani, per favorire la democrazia, le istituzioni e la leadership di tutti i settori politici e sociali, con la finalità di raggiungere la pace”.

Per il presidente del Senato, Mauricio Lizcano, si tratta di un dialogo imprescindibile. Ha proposto un congresso per discuterne. Per il leader della sinistra, la senatrice Piedad Córdoba, l’unico cammino possibile è la Costituente. Il vero vincitore politico del referendum è l’ex presidente colombiano Álvaro Uribe. Aveva impostato la consulta con un tono ideologico e ha vinto.

America latina verso l’estrema destra

Per lo scrittore venezuelano e giornalista del New York Times, Boris Muñoz, gli effetti del referendum in Colombia non si limiteranno al Paese sudamericano ma condizioneranno tutta la regione: “Sono a Medellin, dove i ‘paisas’ hanno aiutato alla vittoria del ‘no’. Sono enormemente sorpreso e nessuno che conosco qui pensava che fosse stato possibile il trionfo del ‘no’. Neanche molti dei tassisti che erano in blocco per il ‘no' credevano di potere vincere. Neanche chi difendeva attivamente il ‘no’ lo credeva possibile. Questa è la più grande sorpresa elettorale che ho visto negli ultimi anni. Avrà enormi conseguenze per la Colombia e per l’America latina. Un fallimento per Santos e i suoi alleati, inclusa Cuba. Si accentua il pendulo a destra in America latina”.