Rodrigo duterte sceglie arditamente di avvicinarsi alla Cina e alla Russia. La sua strategia è chiaramente anti-America e anti-Europa. E' una scelta strategica, discutibile finché si vuole, ma ponderata ed efficace. La Cina e la Russia sono interessate a questa scelta, la sostengono, mentre Duterte non perde occasione per sparare contro Obama. D'altra parte, le ragioni del suo comportamento sono chiare: la Russia di Putin è in aperto conflitto con l'Europa, mentre la Cina cerca alleati in Asia. Oggi le Filippine sono il partner perfetto.

Il personaggio Duterte

Duterte è, dunque, il personaggio giusto per aprire nuove strade nel mondo globalizzato, inserendosi tra Cina e Russia. Come abbiamo visto, ci sono delle ragioni politiche precise. Ma non basta. Anche la biografia del politico filippino gioca un ruolo non secondario.

Chi è infatti Rodrigo Duterte? Figlio di un avvocato, uomo certamente non religioso e non cattolico, a differenza del 99% dei suoi connazionali, il giovane cresce in un ambiente di estrema sinistra e filocomunista: il movimento dei Kabataang Makabayan (Giovani Patrioti). Il suo maestro è un rivoluzionario comunista, il vero fondatore del partito comunista filippino, Josè Maria Sibon, anche noto come Amado Guerrero.

L'ideologo di estrema sinistra è un accanito oppositore del regime di Marcos e finisce anche nelle patrie galere. Il suo ruolo nella vita del futuro presidente non può essere sottovalutato. Egli riesce a formare alcune generazioni di comunisti nelle Filippine e fra questi Duterte spiccherà come sindaco di Davao, nella difficile regione del Mindanao, nel Sud delle Filippine, dal 1988 al 2016.

Questo è Duterte. La sua intuizione di rovesciare la tradizionale alleanza con l'America e, nello stesso tempo, di prendere le distanze dall'Europa è, però, anche l'esito, maturato nel tempo, di un crescentedisagio verso i tentativi di egemonia U.S.A

Duterte approfitta del caos mondiale, soprattutto in casa europea ed americana, per accaparrarsi uno spazio.

E ci sta riuscendo. Ha dalla sua uno scenario che vede le Filippine in crescita. Tanto che, nel 2050, questo Paese diventerà, secondo la banca internazionale HSBC, come riportato dal Business Inquirergià nel gennaio 2012,la 16° economia del mondo. Allora, non si parlerà solo delle Filippine per la presenza dellaperla naturale più grande del mondoma anche per l'espansione economica, dovuta essenzialmente alla crescita demografica.

The Punisher si sta preparando a questo momento e, per farlo, deve garantire sicurezza e prosperità al proprio Paese.

Il nuovo scenario

Rodrigo Duterte, dunque, sa esattamente dove andare e a chi rivolgersi per raggiungere i suoi obiettivi. L'uomo ha una ferrea determinazione, non teme lo scontro con gli oppositori di rango internazionale, è privo del benché minimo complesso di inferiorità e sa di avere il popolo dalla sua parte.

La sua politica ha perciò un orizzonte chiaro e una strategia di tutto rispetto.

Non è chiaro, invece, il percorso dell'ex impero USA, in questa fase della globalizzazione. A Manila qualcuno lo sa ed intende avvantaggiarsi di questa situazione. Non a caso, analisti con solide esperienze e molta cultura, come Paul Craig Roberts, uomo di punta di Reagan, hanno preso sul serio la politica del neopresidente.

Agli uomini di lungo corso, formatisi durante la Guerra Fredda, risulta evidente ciò che a molti, anche dalle nostre parti, non è ancora lampante: l'America non è più un impero e l'Europa non è più l'ombelico del mondo. Da tempo. Duterte non fa altro che dichiarare, come nella celebre fiaba di Christian Andersen, che "il re è nudo".