La campagna elettorale per il referendum del prossimo 4 dicembre entra nel vivo anche a Siracusa e, per questa ragione, abbiamo dato un'occhiata ai profili Facebook di alcuni rappresentanti politici che vanno a comporre il variegato fronte del NO per capire chi sono e cosa stanno scrivendo sui social. Prevale di gran lunga l'approccio ironico, spesso chiaramente anti-renziano, nel sostenere le ragioni del NO. È questo il caso, ad esempio, diAlessandro Spadaro, leader di Fratelli d’Italia in provincia di Siracusa, che richiama sul suo profilo Facebook un adagio che sta ottenendo parecchie condivisioni, ovvero l’ironico richiamo al fatto che Renzi ha affermato che se vincesse il NO l’Italia tornerebbe indietro di trent’anni, citando tutti gli aspetti positivi di questa eventuale macchina del tempo.

Pippo Zappulla e Simona Princiotta

Anche Simona Princiotta voterà NO. La battagliera consigliere comunale del Partito Democratico, con la tradizionale ironia che la caratterizza, posta sulla bacheca del proprio profilo Facebook l’immagine di un compito da svolgere a scuola, coniugando il verbo “votare NO”.Il deputato nazionale dell’area riformista Pippo Zappulla posta invece le dichiarazioni rese dai compagni di partito Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza, che esplicitamente lo scorso 9 ottobre hanno annunciato il loro No al referendum costituzionale.

Paolo Reale e Cetty Vinci

Ezechia Paolo Reale, leader di Progetto Siracusa, ha aderito al comitato del NO al referendum del 4 dicembre fin dalle prime battute.

Sua la critica alla singolare ambiguità con cui il governo Renzi, dopo avere inviato numerose circolari in occasione del referendum sulle trivelle per invitare le istituzioni pubbliche a non intervenire sulle scelte degli italiani, boicottando di fatto il raggiungimento del quorum, scende pesantemente in campo adesso per sostenere le posizioni del SI.

“Come puoi sperare – si chiede Reale – in un paese che confonde la legalità con la convenienza?”.

La consigliere comunale Cetty Vinci, capogruppo dell’Opposizione a Palazzo Vermexio, punta infine sul fatto che il Presidente del Consiglio Renzi non sia stato scelto dagli italiani e che, con la riforma proposta, promuove un Senato non eletto dai cittadini, ma la cui rappresentanza sarebbe di secondo livello attraverso i consigli regionali.