Nel suo recente viaggio in Europa, Barack Obama l'ha definita "la mia erede ideale nella difesa dei valori democratici". Angel Merkel ha sorriso, anche se non ha mai amato epiteti glorificanti e proclami. Non è mai stata una riformista ma possiede grandi doti diplomatiche ed indiscusse capacità di leadership. Non per niente i tedeschi, stando agli ultimi sondaggi, la considerano ancora come 'cancelliera ideale'. La donna che guida la Germania da undici anni ha scelto di riprovarci, anticipando la sua quarta candidatura al ruolo di capo del governo.

Elezioni decisive per il futuro dell'UE

Abbiamo spesso sottolineato come Italia, Francia e Germania, ad oggi i tre membri storici più politicamente rilevanti dell'UE dopo l'uscita del Regno Unito, siano alle prese con appuntamenti elettorali che potrebbero avere forti riflessi sulla loro 'vocazione europeista'. Nel Belpaese i toni della campagna elettorale per un referendum costituzionale che cambierebbe poco o nulla la vita degli italiani si sono fatti aspri. All'estero c'è chi teme che la vittoria del 'NO' e la conseguente crisi del governo Renzi, possa addiruttura portare l'Italia alla fuoriuscita dall'eurozona. A prospettarlo è Wolfgang Munchau, direttore associato di Financial Times. Alcuni osservatori esterni temono l'arrivo di una 'marea populista' anche nello Stivale, i cui maggiori esponenti hanno scelto recentemente di avvicinarsi alla Russia di Putin indicandola come probabile "partner del futuro".

In Francia, invece, non è ancora certa la ricandidatura di Francois Hollande per le presidenziali 2017 ma non è dato comunque come favorito. Con l'uscita di scena di Nicolas Sarkozy, ci sono consensi crescenti nei confronti dell'altro candidato del centrodestra, Francois Fillon, che dovrà comunque affrontare l'ultimo turno di primarie ma il cui progetto politico viene già prospettato come un 'taglio netto' nei confronti della precedente amministrazione dell'Eliseo.

Senza contare Marine Le Pen, candidata dell'estrema destra che i sondaggi attuali danno quantomeno al ballottaggio. A conti fatti, Angela Merkel potrebbe avere meno problemi a riconfermarsi alla guida del suo Paese rispetto agli altri leader.

La celebrazione sulla stampa statunitense

Dopo averla ferocemente criticata in passato, la stragrande maggioranza della stampa statunitense oggi celebra la decisione di Angela Merkel.

Quella stampa quasi ridicolizzata a livello mondiale dopo le previsioni 'flop' delle presidenziali per la Casa Bianca, ha scelto la cancelliera tedesca come "baluardo del mondo liberale" (New York Times) o "salvatrice dell'Occidente" (Politico). Schiva per natura, la diretta interessata non ha commentato i titoloni che la rigurdano, concentrandosi sin d'ora per la campagna elettorale già praticamente in atto. "Mi impegnerò per i valori democratici e per il rispetto delle persone, indipendentemente da razza, orientamento sessuale ed opinione politica", ha detto, preparandosi a 'tenere botta' a "una destra che ci attaccherà come non mai", alludendo ad Alternativa per la Germania di Frauke Petry.

Ad oggi, nel clima di profonda trasformazione che sta attraversando l'Occidente post-Brexit e post-Trump, il suo governo è la pietra angolare, politica ed economica, su cui poggia l'Unione Europea. La Merkel ha sciolto ogni riserva sulla sua candidatura, consapevole che ulteriori tentennamenti non avrebbero certamente giovato a Bruxelles che già guarda con estremo timore al 4 dicembre, data del referendum italiano ma anche delle presidenziali in Austria dove potrebbe vincere il candidato dell'estrema destra, Norbert Hofer. Ma, di certo, questi lunghi mesi che porteranno alle Federali di Germania la vedranno praticamente in stallo a livello continentale, perché qualunque mossa azzardata potrebbe costituire fonte di imbarazzi elettorali. Pertanto, la versione europeista della Merkel sarà caratterizzata dalla prudenza ed all'UE non rimarrà altro che tentare di tenersi a galla, ancorandosi al Bundestag.