Dopo numerose domande e segnalazioni, non ultima quella presentata dai consiglieri del Movimento 5 Stelle, il sindaco di Crotone ugo pugliese rompe il silenzio sulle autorizzazioni per la ricerca di idrocarburi nel Mar Jonio concesse dal Ministero dell'Ambiente. Da diverse settimane associazioni e cittadini chiedevano al sindaco una presa di posizione, e questo fa sapere che "è pronto a fare la sua parte". A chi lo accusa di essersi dimenticato il mare, il primo cittadino ricorda che "è innamorato del mare della sua città e lo è non da oggi". Ricordando che il mare è da considerarsi una ricchezza della nostra terra, ribadisce che farà quanto possibile per tutelarlo, chiedendo l'appoggio anche di altri sindaci costieri che condividono i suoi timori.

Il sindaco infatti guarda al mare come ad "una risorsa da valorizzare e tutelare e non da sfruttare", e per questo cercherà di fare il necessario per garantire una continuità ai progetti che si stanno mettendo in campo per rilanciare l'attività e lo sviluppo economio. A tal proposito, non manca di ricordare che l'attuale amministrazione lavora "sin dal primo giorno" al nuovo Piano Regolatore del Porto, in modo tale da poter ultimare quanto resta per permettere al porto di Crotone di essere un'infrastruttura adeguata e al passo con i tempi. Ci tiene infine a precisare che l'impegno da parte dell'amministrazione sarà assiduro, ma che anche la Regione Calabria dovrà fare la sua parte, e chiede l'istituzione di un nuovo tavolo tecnico che coinvolga tutti i sindaci costieri.

L'Air Gun

A destare preoccupazione è la tecnica detta "air gun", un metodo per rilevare eventuali sacche di petrolio o gas naturali al di sotto dei fondali marini. La tecnica è criticada da anni, e sebbene non esistano prove scientifiche che ne dimostrino la pericolosità, sono in molti a temere per la salute della fauna marina.

Fino ad oggi questa procedura non è mai stata eseguita nel Mar Jonio, e numerose associazioni ambientaliste, comitati cittadini e sindaci hanno espresso delle perplessità a riguardo. Nella zona del crotonese infatti c'è un elevato rischio di subsistenza, e si teme che questa tecnica possa in qualche modo peggiorare l'attuale condizione del terreno.