Dei due candidati per la corsa all'Eliseo, F.Fillon è colui che ha" mostrato "gli obbiettivi più alti " Cosi Le Monde parla del prescelto per la corsa alle Presidenziali, dove il lavoro, gli ospedali, gli enti locali e la Politica estera, sono stati gli argomenti decisivi della vittoria su Alain Juppé. A mezzogiorno si dava più afflusso rispetto a domenica scorsa: 1.270.000 elettori, contro i 1.138 della settimana scorsa; a mezzogiorno il 68 % alle urne. Per le 17 si sono registrati 2,9 milioni di elettori, alle 19 lo scrutinio è chiuso. Su un Twitter di Le monde si legge che Alain Juppè, dopo aver puntato il dito su una campagna calunniosa nei suoi confronti, nel caso di perdita, si impegnerà a sostenere la candidatura di Fillon alle presidenziali.

Alle 20.40 il deputato parigino arriva, secondo le prime stime parziali al 70%, la vittoria è alle porte; arrivano le altre stime intorno alle 21, oramai è certo : il nuovo rappresentante della destra francese sarà Françoise Fillon.

Il Gollista conservatore

Cattolico e gollista senza alcuna remora, critico verso le leggi abortiste, matrimonio tra omosessuali e disciplina sull'utero in affitto; conservatore da sempre sui temi etici, proveniente e nativo dalla Francia profonda di Le Mans, da quarant'anni in corsa politica per il suo paese. Il Gollismo sociale appreso dalla scuola di Philippe Seguin ha avvantaggiato certamente l'ispirazione del candidato per una nuova destra rinnovata, dove anche un'elettorato, abituato al Fillon sotto tono e mero collaboratore all'ombra di Sarkozy , si è trovato dinanzi ad un combattente che fa dell'islam e non della religione, un vero problema da affrontare e da risolvere.

Noto per il liberalismo nella riforma dell'amministrazione pubblica e sul lavoro, ha saputo trasmettere un idealismo forte alle masse che sono andate al voto, che vivono in una Francia incerta e indebolita dalle paure e dalle incertezze politiche. Ha vinto l'Assoluto e la concezione tradizionalista, hanno trionfato l'obbedienza, un idealismo puramente nazionalista e una "sospetta" auto colpevolezza delle masse elettorali, prematuro invece sarebbe ora parlare di ottimismo.