fidel castro è stato il leader indiscusso della rivoluzione comunista cubana. Si è spento alle ore 22.29 (locali) di venerdì 25 novembre 2016. L'annuncio della morte è stato dato dal fratello Raúl, il nuovo presidente di cuba. Questi è al potere dal 2006, ovvero da quando Fidel fu costretto ad abbandonare tutti gli incarichi politici per motivi di salute.

Con la morte di Fidel Castro si chiude definitivamente un'era geopolitica che, dal 1959, contrapponeva la visione comunista dell'isola a quella capitalista e imperialista degli Stati Uniti.

Comunismo e rivoluzione

Il padre della rivoluzione cubana è il comandante che, insieme a Ernesto Guevara e ad altri compagni, liberò Cuba dalla terribile e sanguinaria dittatura di Batista, appoggiata dai governi a stelle e strisce. Da lì in poi le relazioni con gli States declinarono tragicamente, portando al supporto dell'invasione nella Baia dei Porci da parte del governo Kennedy, e ad un embargo totale sull'isola.

L'Avana, per molto tempo, è stata una delle alleate favorite dell'Unione Sovietica. Questo le ha permesso di continuare a creare un welfare state con standard di gran lunga superiori alla media regionale che, di fatto, ha anche garantito la sopravvivenza del regime comunista fino ai giorni nostri.

L'anti-capitalismo ha dettato le linee politiche da seguire e gli alleati da tenersi stretti: da Hugo Chavez a Gheddafi, dall'Iran alla Siria, sono stati i più cari amici della diplomazia cubana e dello stesso Fidel Castro.

Il leader cubano ha offerto alla rivoluzione bolivariana del venezuelano Hugo Chavez il patrimonio ideologico dell'anti-imperialismo, e la consulenza militare e di intelligence delle istituzioni cubane.

In cambio, l'isola caraibica ha potuto ricevere petrolio, materie prime e capitali a prezzi bassissimi.

Il futuro di Cuba

Con il crollo del prezzo del greggio e la morte di Chavez nel 2013, il Venezuela è entrato in una terribile crisi sia economica che politica. I problemi interni di Caracas hanno reso sempre più difficile il sostegno a Cuba, passata nel frattempo dalle mani di Fidel a quelle di Raùl.

La Cina è un paese comunista - anche se solo in modo formale - ed è il secondo partner commerciale di L’Avana dopo il Venezuela. Pechino, però, non ha mai dimostrato un'affinità ideologica con l’isola filo-sovietica, e non c'è mai stata neanche una forte cooperazione tra i due paesi. In queste circostanze, per Cuba è diventata praticamente inevitabile un'apertura allo storico rivale Yankee. L'Avana aveva e ha tutt'ora il bisogno di incentivare l’aumento degli investimenti da parte dei paesi capitalisti.

L'apertura vera e propria si è avuta nel 2015, favorita dalla presenza alla Casa Bianca del democratico Obama e dalla mediazione di Papa Francesco. Con Raúl, l’isola ha intrapreso un lento percorso di riforma dell’economia che, favorendo un'apertura alla globalizzazione (seppur molto leggera), non dovrebbe intaccare le fondamenta del sistema politico.

Il disgelo diplomatico con gli Stati Uniti è arrivato proprio per questo motivo, dato che gli USA sono i più interessati a penetrare il tessuto finanziario ed economico cubano e sudamericano in generale.

La scomparsa di una figura simbolica come quella del líder máximo potrebbe avere delle conseguenze molto profonde. Il suo funerale è previsto per il 4 dicembre, al quale parteciperanno più di 25 delegazioni di vari paesi del mondo.