Questo era uno dei periodi dell'anno più attesi, per chi viveva nelle aree che da agosto e ottobre sono sottoposte ad un susseguirsi di scosse di terremoto di varia magnitudo. Si tratta per lo più di piccoli comuni di montagna che avrebbero atteso con trepidazione la prima neve e l'avvicinarsi del Natale, con l'arrivo anche dei turisti invernali. Oggi invece tutto è cambiato: 14.300 persone ancora vivono nei propri comuni, ma non hanno più una casa e alloggiano in palazzetti o strutture provvisorie. Tanti, circa 8500 persone, se ne sono andati e ora sono ricoverati presso strutture alberghiere della costa adriatica o sul lago Trasimeno.

I borghi da favola di Marche, Lazio e Umbria che avrebbero incantato con i loro paesaggi innevati non esistono più.

Arriva la neve

La neve però arriva lo stesso. Nei giorni scorsi le cime delle montagne hanno cominciato ad imbiancarsi, ma le precipitazioni ancora non sono scese sotto gli 800 metri di altitudine. A Visso il sindaco Giuliano Pazzaglini ha detto di essersi svegliato con la macchina ricoperta da neve, che però per fortuna si è sciolta subito. Ma qui come altrove il freddo è pungente, spesso le temperature non superano i 3 gradi di notte. Urge l'arrivo dei container, anche se non tutti condividono questa soluzione. Gli abitanti di Norcia infatti si è sollevata una protesta, ma i container sembrano per il momento l'unica soluzione possibile alternativa all'abbandono del territorio.

Sono 130 i comuni inclusi nel cratere

Dopo il terremoto del 24 agosto erano stati inclusi nel cosiddetto "cratere", ovvero l'area che il Governo riconosce come danneggiata dal Terremoto e quindi bisognosa di particolari misure e agevolazioni, 62 comuni. Lunedì 14 novembre il Commissario Straordinario Vasco Errani firmerà una nuova ordinanza che aggiungerà a questi altri 68 comuni, per un totale di 130.

Questo è il nuovo livello che ha raggiunto l'emergenza. Per la prossima primavera è previsto l'arrivo di 900 casette in legno che permetteranno anche a chi se n'è andato di tornare vicino al proprio comune di residenza per seguire il processo di ricostruzione.

Ma la primavera è lontana ed è appena iniziato un gelido e lungo inverno.

Chi ha dovuto lasciare la propria casa teme in cuor suo di non tornare mai più. A gran voce il Commissario Errani ha promesso che il Governo non lascerà che queste splendide aree montane si spopolino. Ma questo inverno sarà più necessario che mai far sentire il nostro calore e la nostra vicinanza a chi oggi nutre ben poca speranza nelle promesse e nel futuro.